La campagna vaccinale, a dire dei media e dei virologi da tv, non solo ha riscosso successo in termini di adesioni ma avrebbe anche evitato terapie intensive e morti. Eppure qualcosa non torna in queste dichiarazioni, se consideriamo che ormai il virus dovrebbe essere diventato endemico e dovrebbe ormai essere sotto controllo. Nonostante ciò infatti il tasso di mortalità in Italia e nel resto dell’Europa non solo non è sceso, ma è pure aumentato, specialmente nell’arco temporale compreso tra il 2021 e il 2022.
A cosa può essere dunque associato questo dato? È lecito pensare che possa esserci una correlazione con i vaccini e che i pochi effetti avversi dichiarati rappresentino solo una minima parte della complessiva realtà?
Proviamo a fare un’analisi basandoci sui dati forniti da Euromomo e da ONS.
Decessi in aumento in Europa, cosa dicono i dati
Innanzitutto, per leggere i grafici, va chiarito che il tasso di mortalità indicato fa riferimento solo alla percentuale di decessi verificatisi dal 2021, a prescindere dalle cause di morte, rapportandolo alla media di morti degli anni precedenti.
Ciò che emerge è una linea della mortalità nel 2022 nettamente più elevata del 2020, anno dello scoppio della pandemia. I grafici seguenti sono tratti direttamente da Euromomo, al seguente link :

La situazione delineata prende a riferimento le fasce di età fino ai 64 anni. Sull’asse orizzontale sono indicate le settimane dell’anno, da 1 a 52, e sull’asse verticale il numero di morti in eccesso rispetto al livello medio 2015-2019, che è rappresentato dalla linea tratteggiata.
Se vogliamo fare un confronto anche con gli Stati Uniti la situazione è analoga:

Le tavole di US Mortality, statistica ufficiale della mortalità statunitense, registra nel 2021 500.000 morti in più rispetto alla media, un numero superiore anche ai 400.000 del 2020.
Come possono essere spiegati questi dati? A cosa può essere imputato questo aumento ‘inspiegabile’ di morti? Perchè le varie istituzioni sanitarie e i vari governi non hanno mai indagato su questa anomalia, limitandosi a spiegazioni fuorvianti e prive di fondamento?
Questi interrogativi ancora aperti inevitabilmente fomentano dubbi, che potrebbero quasi essere considerati certezze. Ma andiamo per gradi.
I dati sulla mortalità in base all’Istituto Nazionale di Statistica del Regno Unito
Analizziamo ora i dati forniti dall’ONS (Office for National Statistics), l’Istituto Nazionale di Statistica del Regno Unito (l’equivalente del nostro ISTAT). Qui possiamo trovare uno spunto interessante e maggiormente chiarificatorio, dato che viene fatta una precisa distinzione tra il tasso di mortalità di soggetti vaccinati e di soggetti non vaccinati.
I grafici allegati di seguito sono reperibili sul sito dell’ente in oggetto, selezionando la voce “Deaths occurring between 1 January 2021 e 31 May 2022 edition of this dataset”. (I dati di interesse si trovano alla Tavola 1):
Anche in questo caso abbiamo una mortalità catalogata per tutte le cause di decesso, Covid e non-Covid, e i tassi sono calcolati su base 1/100.000. Ma ciò che ci interessa è un aspetto indiscutibile: chi si è vaccinato tocca perfino una punta del +400% , che rappresenta il doppio o il triplo della mortalità di coloro che non hanno ricevuto il vaccino. E qui abbiamo quindi la conferma di quanto già Euromomo lasciava intuire: chi si è fatto inoculare il vaccino risulta forse più protetto dal virus (per un periodo temporale ristretto) ma le conseguenze mortali delle reazioni avverse incrementano le possibilità di morte.
Senza contare che la fascia d’età più esposta a mortalità risulta essere quella dei più giovani, invertendo così il ciclo naturale della vita.
L’intera analisi qui riportata la si può trovare per intero sul profilo personale sul social Sfero del Dott. Alessandro Bagnato, laureato in giurisprudenza ed esperto di analisi statistiche.