ROMA – Italia Viva vuole modificare il reddito di cittadinanza. Dopo la polemica tra Matteo Renzi (foto) e il premier Giuseppe Conte, ora il partito dell’ex premier toscano va allo scontro con il Movimento 5 Stelle, fautore appunto del reddito di cittadinanza.
La senatrice di Iv Annamaria Parente accusa il presidente dell’Anpal, Mimmo Parisi, di aver fornito “numeri presunti ed imprecisi sul reddito di cittadinanza”:
“I dati diffusi da ANPAL Servizi affermano che la maggior parte delle attivazioni sono contratti di lavoro temporanei ma non chiariscono se i contratti sono già scaduti o sono attualmente attivi, né che durata hanno o hanno avuto. I dati pubblicati dall’Istat il 30 gennaio dimostrano che i tassi di attività decrescono ed aumenta l’inattività. Il Presidente Parisi annuncia 200mila nuovi occupati entro l’estate. In base a quale previsione, vista la totale assenza di trasparenza finora dimostrata e i ritardi nella fase 2 del reddito di cittadinanza?”.
Italia Viva vuole modificare il reddito di cittadinanza
Pertanto “resta di tutta evidenza che il Reddito di cittadinanza per com’è fatto non funziona”, afferma Parente. Adesso Italia Viva presenterà proposte di trasformazione della misura, già bocciata da Berlusconi nelle scorse settimane. Questa la replica dei senatori pentastellati:
“Una cosa è ormai chiara: dal reddito di cittadinanza non si torna più indietro. Spinge i consumi, stimola la crescita e riduce le disuguaglianze sociali. Le osservazioni del presidente dell’Inps Pasquale Tridico indicano in modo netto e inequivocabile un calo dello 0,7 dell’indice di Gini, che misura le disuguaglianze dei redditi. Cosa che in Italia non accadeva da 30 anni, in pratica dagli inizi degli anni ’90. Giorno dopo giorno, stime ed indicatori economici smontano certe narrazioni strumentali su una misura che ha avuto il merito di riuscire a dare una risposta immediata a circa 2,5 milioni di persone, che vivevano in condizioni di marginalità sociale”.
Per il ministro dell’economia, Gualtieri, il reddito di cittadinanza va sì migliorato, ma non si tocca. Intanto il capogruppo di Italia viva al Senato, Davide Faraone, ha fatto sapere che i renziani voteranno la fiducia al decreto legge intercettazioni “nel testo proposto da Bonafede e approvato dal Cdm”, aggiungendo:
“Chi votasse emendamenti non condivisi con il resto della coalizione sarebbe responsabile della rottura della maggioranza”.