L’artista abruzzese: Marco Sciame, sarà presente con una nuova mostra d’arte personale, a partire dal 1 dicembre 2018 al 29 dicembre 2018, presso la Galleria CD Studio d’Arte di Padova, via Buonarroti 131, ore 18.
Il Disegno del colore: viaggio nel divisionismo lineare
Il gallerista Carlo Silvestrin parla in questi termini del talento abruzzese: “Lavorare nel mondo dell’Arte, soprattutto creare opere d’Arte, non è mai stato facile, emozionante certamente sì, ma non facile.
Cadere nella banalità sia nel creare opere che nel proporre Artisti che abbiano qualcosa di interessante da esprimere con capacità e competenza tecniche è una delle “trappole” di cui è costellato questo ambiente.
Ecco perché è sempre più difficile che un Artista abbia il coraggio intellettuale di proporre nuove forme di espressione ed ancor più che un Gallerista o un Mercante accettino la scommessa di puntare su nuovi talenti; “paga” di più seguire la corrente, accodarsi a scelte già fatte da altri, non rischiare su nomi nuovi.
Noi ci proviamo. Perché ammirare la pittura di Marco Sciame, nome d’arte di Paolo Cerasoli, riesce a scatenare emozioni a volte incomprensibili, quasi irrazionali, come se i dipinti di questo giovane ma già affermato Artista riuscissero a risvegliare sensazioni già vissute ma mai comprese appieno.”
Distorsioni e sfasamenti. Le nuove possibili realtà di Marco Sciame.
Riportiamo una nota inerente la mostra sull’artista stesso:
“La linea è il punto di partenza delle immagini di Marco Sciame, ma è una linea speciale che costruisce e allo stesso tempo frammenta per condurre in un mondo di distorte illusioni visive, in cui nulla è lineare. Dipingere significa fare sintesi partendo dalla frammentazione per arrivare ad un’unità visiva, e questa continua dicotomia tra frazionamento e unità altro non è che il riflesso della società contemporanea.
Riflesso, termine che descrive perfettamente le opere di Marco Sciame: sembra di vedere le immagini attraverso una lente frantumata, che riflette la realtà non per come è, bensì frazionata al suo interno, nuova e mutevole.
Le sue tele aprono a nuovi orizzonti e la pittura diventa davvero finestra su nuove possibile realtà: i luoghi, gli ambienti e le figure, fanno parte del nostro immaginario, ma sono trasfigurati, visti secondo una lente distorta. Distorsioni, frazionamenti e sfasamenti: creano nuovi mondi, nuove illusioni.
Osservando le opere, un senso di vertigine mina il solido terreno sotto i nostri piedi e, come “Alice nel paese delle meraviglie”, ci fa cadere in nuovo mondo, forse soltanto sognato e immaginato. I luoghi di Marco, attraverso cui ci ritroviamo a vagare, sono gli stessi che viviamo ogni giorno: essi rappresentano lo spazio della memoria e dell’inconscio, continuamente mutevole perché soggetto agli impulsi di ognuno. Le opere vivono di una luce propria, quasi fossero viste attraverso la rifrazione di una lente caleidoscopica; esse parlano e confondono con i loro titoli spesso non sense e ironici, che mettono continuamente in discussione e in dubbio la realtà rappresentata rivelando: Il mondo di possibili di illusioni.”