RUGGERO de I TIMIDI

RUGGERO de I TIMIDI: ecco le sue “Giovani Emozioni”

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Ecco le “Giovani Emozioni” di Andrea Sambucco in arte  RUGGERO de I TIMIDI

Il nuovo disco di RUGGERO de I TIMIDI, ovvero anche detto il nuovo disco di Andrea Sambucco si intitola “Giovani Emozioni”. Un lavoro che non è solo un concentrato di risate e di gusto. È anche bella canzone pop leggera, un suono ben prodotto con arrangiamenti e scritture di tutto rispetto. E questo coglie subito l’attenzione dal primo singolo estratto “La canzone per l’Estate” con la partecipazione del Maestro Ivo in un inciso che difficilmente passerà di mente proprio come deve saper fare una canzone dell’estate. E se qui troviamo Battiato come spunto galeotto allora in brani come “Rimming” troveremo citata la “Rimmel” di De Gregori e poi ancora in “Fiore di scoglio” un Concato vecchia maniera e così via. Un disco uscito anche in vinile che non può passare inosservato con l’invito di andare sempre oltre la buccia ovvia delle battute.

RUGGERO de I TIMIDI: l’intervista

“Giovani emozioni” come a dire che questo disco ripesca le tue emozioni da giovane visto gli arrangiamenti e le ispirazioni? Oppure è un uomo della passata generazione che racconta le emozioni che oggi hanno i giovani?

In realtà ripesca gli arrangiamenti di fine anni 70 primi anni 80. “Giovani emozioni” è una citazione da “Il mio canto libero” di Lucio Battisti che mi ha molto colpito: ci sono emozioni che, a qualsiasi età, possiamo provare per la prima volta e che, proprio perchè fresche, ci stupiscono e ci spiazzano. E’ come una rinascita, ci fa sentire vivi e, appunto, giovani qualunque sia l’anno di nascita. “Rimming” ad esempio è una di queste.

Beh dunque la domanda è lecita: secondo te si stava meglio quando si stava peggio?

Non ho mai condiviso questa frase, la ritengo una specie di sconfitta di chi, non capendo la modernità che lo circonda, cerca di rifugiarsi nel passato. Nel caso di questo album ho semplicemente espresso amore musicale per un periodo che non c’è più, unendolo però a tematiche sempre molto attuali. Non è però un grido di rivolta contro la diavolerie musicali moderne, anzi un giorno farò un pezzo trap, come feci a suo tempo con il reggaeton.

Ma ho avuto l’impressione che il PIANOBAR sia qualcosa che torna spesso tra le righe delle tue canzoni. Il disco si chiude anche con una canzone che porta questo titolo. Sbaglio? Che significato ha?

Quella di chi fa Pianobar, come ho fatto io anni addietro anche nei matrimoni, è la storia di chi vorrebbe diventare famoso con la propria musica, ma è costretto a cantare le canzoni degli altri per sbarcare il lunario. Accade così che la gente lo ascolta, canta in coro la canzone famosa ma il cantante di Pianobar in quel momento sparisce, diventa invisibile e solo. E’ una storia molto triste, da cui per fortuna ne sono uscito brillantemente.

“All inclusive”. Al di la dei rapporti degli animatori, secondo te oggi quanta repressione emozionale esiste? La mia chiave di lettura è molto sociale…

Si in questo caso l’attenzione è tutta spostata sulla famiglia, a volte vero ricettacolo di ipocrisie: per tenere in piedi storie che non esistono più, ci si fa del male a vicenda stando ben attenti a mantenere in piedi la facciata. Per fortuna accade però, altrimenti non saprei che storie raccontare.

E quindi per restare in tema: l’ironia e il gioco per dire una verità scomoda? Ci si riesce a lasciare messaggi importanti?

La verità spiazza e proprio per questo fa ridere, perchè non ci si aspetta che ci venga raccontata. Sui messaggi importanti invece glisserei: il comico o chi fa ironia in generale, appena vuole “lanciare messaggi importanti” parte col predicozzo e annoia tutti. Spero di non finire anch’io così, ma dubito: dopo una certa età ci si imborghesisce tutti.

Sito ufficiale dell’artista

 

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Autore dell'articolo: Marco Vittoria