Transizione 4.0: un’evoluzione che continua

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Il Piano Transizione 4.0, finanziato nell’ambito della Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, prevede un budget di 13,318 miliardi cui vanno aggiunti 5,08 miliardi dal Fondo Complementare.

L’obiettivo è quello di supportare la trasformazione digitale delle imprese italiane incentivando gli investimenti privati in attività e beni a sostegno della digitalizzazione grazie a un riconoscimento di un credito d’imposta per attività di formazione 4.0, acquisto di beni immateriali tradizionali (es. software di base), acquisto di beni materiali, acquisto di beni immateriali 4.0 (es. software avanzati) e attività di R&D&I.

 

In base all’indice DESI, pubblicato ogni anno dalla Commissione europea, l’Italia risulta in risalita per quanto riguarda la dimensione dell’integrazione delle tecnologie digitali nelle attività d’impresa: se nel 2017 si piazzava al ventesimo posto, nel 2022 (basato su dati del 2021 e, in minor misura, del 2020), si è classificata ottava, prima tra i grandi Paesi europei.

Infatti, oltre il 60% delle imprese risulta aver investito almeno in tecnologie digitali di base.

A incidere in maniera particolarmente positiva, il ricorso al cloud, l’utilizzo della fatturazione elettronica e la percentuale di Piccole Medie Imprese con almeno un livello base di intensità digitale.

A oggi, il programma Transizione 4.0 si presenta come lo strumento chiave per accelerare l’innovazione dell’economia italiana.

Il principale vantaggio delle misure fiscali automatiche e facilmente accessibili del programma è quello di favorire la partecipazione delle PMI e agevolarle nell’abbracciare l’indispensabile transizione digitale.

L’aspetto più importante, ora, è proprio quello di revisionare al meglio il piano Transizione 4.0 per fare in modo che diventi al più presto operativo, evitando in futuro incertezze come quelle avvenute nelle ultime settimane.

 

Nonostante gli intoppi burocratici, la tendenza prevista è quella di una totale digitalizzazione delle imprese in Italia che, grazie ai futuri aiuti da parte del Governo, potrebbe subire un’accelerata notevole.

 

Sono ormai innumerevoli, infatti, i settori che hanno svoltato verso la digitalizzazione come, ad esempio, il settore dello svago con i casino AAMS (controllati e certificati dallo Stato): per offrire un’esperienza di gioco sempre più immersiva e realistica, si sono dotati di una grafica accattivante, suoni, colori, un layout perfettamente fruibile anche da mobile, e un servizio di assistenza clienti che risponde comodamente via web.

 

 

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Autore dell'articolo: Cesare Di Simone

Passione sfrenata per tutto ciò che è tecnologico utente di lungo corso Android e sostenitore di tutto ciò che è open-source e collateralmente amante del mondo Linux. Amante della formula uno e appassionato dell'occulto. Sono appassionato di oroscopo mi piace andare a vedere cosa dicono le stelle quotidianamente.