Anna Magnani: il racconto di una donna da Oscar.
Anna Magnani. Le strade di Roma, da sempre, immortalano i luoghi della memoria storica.
Trovarsi nei pressi nelle bancarelle degli ambulanti che con goliardia, espongono le figure dei miti del cinema, non è insolito.
Quel giorno, di molti anni fa, mi imbatto in una fotografia autografata di Anna Magnani. Oggi lo ricordo.
Da lontano arriva la musica triste della storia di “Ninetta”, ( Barcarolo Romano, di Lando Fiorini).
Una melodia che, quando penso ad Anna Magnani, la porta sempre alla mente.
Soprattutto quando immagino la sua vita. Le vicissitudini controverse di una donna forte e passionale. Una storia la sua, che dovrebbe essere ricordata da molti.
Anna Magnani, un mito
Una delle poche donne del cinema che, per non scendere a compromessi, viene quasi, a fine carriera, dimenticata dallo stesso mondo che l’ha resa mito.
La triste melodia folkloristica della canzone, parla di una donna che soffre per amore, e che finisce per gettarsi nel fiume.
Poco a che vedere con una figura forte, inquieta ma esemplare, di un personaggio che entra nella storia. Eppure Ninetta nel suo dolore, nel suo “simile nomignolo”, parla del dolore umano. Il dolore di una donna che soffre.
Anna Magnani è grande.
Sa rappresentare in modo straordinario il significato del “divorare” la telecamera. Capace di sfruttare appieno il teleobiettivo. Una donna che spesso incute timore nei colleghi, come sottolineava Alberto Sordi ma che, proprio per non essere facile da gestire, ha distinto se stessa e tutta la sua carriera.
Celebre dei suoi ruoli, incarna una romanità forte. La romanità che troviamo nel dopoguerra, in una fase neorealistica. Quella di una nazione che deve riprendersi dalla guerra e che affronta con difficoltà, cosa comporta realmente vivere a quei tempi.
La Hollywood Walk of Fame
Anna Magnani possiede una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada dove sono incastonate 2000 stelle a cinque punte, nella strada famosa delle celebrità.
Il ricordo
A 45 anni dalla sua scomparsa, esattamente il 26 settembre del 1973, “Nannarella” si spegne per un tumore al pancreas. La stessa sera su Rai Uno, c’è la messa in onda, della sua ultima lavorazione per la televisione e il cinema. “Correva l’anno di grazia 1870”.
Biografia
Nasce a Roma il 7 marzo del 1908.
Vince un Oscar come migliore attrice, la prima italiana. A seguito il Golden Globe come migliore Attrice per un film drammatico. David di Donatello come migliore attrice protagonista. Coppa Volpi come miglior interprete femminile.
Anna Magnani è figlia di una donna Romagnola, Marina Magnani ed un uomo di origine calabrese che l’attrice non conoscerà mai. La Magnani ricorda sempre con affetto sua madre. Ringraziandola “per il suo carattere”.
Dopo la sua nascita, la madre decide di trasferirsi ad Alessandria d’Egitto ma lei resterà sempre a Roma con la nonna e le sue cinque zie. Studia pianoforte e si iscrive al liceo che non porta a termine. Causa del trasferimento di sua madre ad Alessandria d’Egitto, circolano delle voci su un padre egiziano. La stessa, con il suo ironico savoir faire, alimenta divertita. Le voci di critica sulla famiglia, si allargano. Ma Marina Magnani è una ragazza madre che, per mantenere la figlia, in un’epoca dove le donne non sposate con figli, erano soggette a critiche, fa una scelta.
Nel 1923 Marina Magnani si risposa con un ingegnere tedesco. La figlia trascorre un periodo di tempo ad Alessandria d’Egitto. Ma poco dopo fa ritorno a Roma e si iscrive alla scuola di recitazione Eleonora Duse presso la Accademia di Santa Cecilia.
Verrà soprannominata Nannarella e inizia il suo percorso teatrale.
Dal 1929 in poi, reciterà con la compagnia teatrale di Dario Niccodemi; collabora con Totò che diventa presto anche suo partner sulle scene.
Da Ave Ninchi a Gino Cervi le sue collaborazioni sono tantissime; “L’Orlando Furioso” e “Che ti sei messo in testa” la rende subito nota.
Ottiene una piccola parte in “La cieca di Sorrento” Di Nunzio Malasomma.
L’incontro con Goffredo Alessandrini
Nel 1935 incontra Goffredo Alessandrini un regista, con il quale nel 1936, recita “Cavalleria”
Goffredo Alessandrini diventerà anche suo marito. Dal 1941 in poi interpreta diversi ruoli tra cui “Teresa venerdì” con De Sica, dove emerge la sua grande vena comica e satirica.
Ma tempo dopo si innamora del giovane attore Massimo Serato lasciando il marito nel 1942.
Da questa relazione nasce il figlio Luca, un ragazzo col quale ha un rapporto molto elitario, perché il bambino, a pochi mesi di vita viene colpito dalla poliomielite e nel frattempo anche il rapporto tra la Magnani e Serato non finisce bene.
Esordio: il nuovo volto del Neorealismo
Nonostante fosse già nota al mondo dello spettacolo, l’incontro con Roberto Rossellini rappresenta una svolta per la sua carriera . Rossellini diventa per lei un punto di riferimento. Vi si lega anche sentimentalmente.
La fama internazionale, arriva con “Roma città aperta” del 1946 dove recita con Aldo Fabrizi.
La sua forte interpretazione di “popolana istintiva” le fa conferire un nastro d’argento .
Rappresenta la donna del Popolo, forte, dura. Un ruolo che la Magnani calza alla perfezione.
Nel 1947 interpreta anche “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa.
In quest’ultima pellicola, Anna Magnani interpreta un altro ruolo in cui trasmette il suo forte senso della telecamera; il modo migliore per sfruttare l’obiettivo .
Purtroppo, nello stesso periodo, finisce l’amore con Roberto Rossellini che fa coppia con Ingrid Bergman.
Rossellini gira “Stromboli terra di Dio”, e Anna Magnani per una sorta di ripicca gira “Vulcano” diretto da William Dieterle.
Nel 1952 interpreta il suo primo film a colori “La carrozza d’oro” diretto da Jean Renoir. Film girato interamente a Cinecittà .
Nel 1953 gira un film di Luchino Visconti “Bellissima” in cui le sua prestante dote drammatica, risalta sullo schermo, lasciando tutti incantati.
Sul set di “Bellissima” è una madre che sogna per sua figlia, una ragazza non tanto bella, un futuro migliore nel mondo del cinema .
A metà degli anni ’50 arriva la svolta Americana .
Principalmente Anna Magnani verrà chiamata per interpretare ruoli tipici della donna mediterranea.
Corre l’anno 1956 quando le viene confermato il primo Oscar.
Primo Oscar conferito ad un attrice italiana per il film “La Rosa tatuata”, per il quale avrà anche il Golden Globe .
Anna Magnani e l’Oscar
Nannarella non conosce una parola di inglese, ma lo scrittore Tennessee Williams le insegna un po’ per volta.
Williams è l’autore del romanzo a cui si ispira film .
Nel ’52 ottiene la seconda candidatura all’Oscar con il film “Wild is The Wind” diretto da George Cukor, film per il quale vince anche l’Orso d’Argento al Festival di Berlino .
Nel 1959, quando Sofia Loren recita nella “Ciociara”, (ruolo che lei rifiuta), Anna Magnani interpreta il terzo film americano “Fugitive Kind” con Marlon Brando. Film di Sidney Lumet.
Segue “Risate di gioia” con Totò, amico di vecchia data e maestro dell’avanspettacolo (1960)
L’incontro con Pierpaolo Pasolini del 1952 le offre finalmente un altro personaggio, che resta indimenticabile nella storia del cinema . Quello di una prostituta in età matura, che per amore di suo figlio tenta di cambiare vita: “Mamma Roma”. Nonostante si dica che sul set sono stati conflitti forti fra il regista e l’attrice, questa presenterà senza dubbio l’ultima grande interpretazione cinematografica di Anna Magnani.
Epilogo
Ottiene purtroppo anche un in successo cinematografico dovuto al film francese di Claude Autant-lara del 1963.
Il film “la pila di Peppa” porta Anna Magnani a lasciare il cinema, tornando al suo vecchio amore il teatro.
Va in scena con grande ed esemplare interpretazione “la Lupa” di Giovanni Verga diretta da Franco Zeffirelli .
Qualche anno dopo sempre al cinema gira “Made in Italy” di Nanni Loy del ’65 e poi nel ’69 un film di Stanley Kramer “Il segreto di Santa Vittoria”.
Ma il filone del neorealismo si esaurisce e così, la stessa Anna Magnani, inizia riscontrare che il cinema non fa più per lei .
Negli anni seguenti incontra il produttore sceneggiatore Alfredo Giannnetti che la convince a fare della televisione.
Interpreta un ciclo di tre mini-film. Tre donne che non sono altro che la sintesi della carriera dell’attrice, una sorta di “testamento interiore” della stessa.
Sempre con Giannetti, gira anche il film “Correva l’anno di grazia 1870”. Suo ultimo lavoro da protagonista.
Sarà Federico Fellini, con il film “Roma” a chiudere degnamente la storia di questa formidabile donna.
Fellini, la chiama come “simbolo della città eterna”.
Sulla fine della pellicola, in una scena girata di notte, una donna attraversa dolente i vicoli della città.
Una risata e lei (Anna Magnani), richiude dietro di se il portone, davanti alla macchina da presa .
Anna Magnani è definita più volte un’anti-diva. Quegli occhi scuri, marcati e intensi, sono il volto femminile del Neorealismo italiano. La rappresentazione e l’emblema di un Italia popolana, combattiva e determinata guarire dalla ferita della guerra.
Molti sono gli attori con i quali questa donna, formosa ma allo stesso tempo istintiva e fragile, hanno lavorato. Ma in pochi l’hanno conosciuta davvero per quello che è stata.
Considerazioni
Anna Magnani non è solo la voce del popolo, ma anche una donna colta, l’esempio di un fascino che sovrasta la bellezza.
A 65 anni Nannarella ci lascia. Le sue spoglie sono conservate a San Felice Circeo (Latina) nei pressi della sua villa del Circeo, da lei tanto amata.