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Enrico Capuano: il noto cantautore, capostipite del nuovo Folk-rock italiano, in un’esclusiva intervista.
Enrico Capuano, non potevamo che iniziare da questa domanda: raccontaci le origini della Tammurriata Rock…
I miei fratelli negli anni 70 avevano un gruppo musicale chiamato Coop Lavoro Culturale. Facevano Folk Progressivo ed erano molto seguiti in quel periodo insieme al Canzoniere Del Lazio (altra grande band) … Aderivano ad un movimento di artisti e ricercatori chiamato Nuovo Canzoniere Italiano. Sono cresciuto in questa atmosfera, con un ascolto sempre attento alla tradizione ma anche alla contaminazione ; ovviamente con il Rock, che è l altro mio amore, il cerchio si chiude. Questo è il mio background culturale, la cultura degli anni ‘60 – ‘70.
Nel 1982 ero un giovane studente e formai la mia prima vera band con dei ragazzi del casertano dove iniziavo tra una canzone d’autore e l’altra ad introdurre delle tammurriate e tarante rock. Qualcuno storceva il naso, ma io ero determinato. Dopo 36 anni eccomi qui… Vivo di musica e siamo riusciti a portare il rock e la tradizione italiana in tremila piazze e in molti paesi esteri. Il Folk Rock italiano è vivo e ha un pubblico enorme nonostante la poca visibilità nei media.
Anni fa ebbi il privilegio di vederti live (a Chieti, in Abruzzo) con Luca dei 99 Posse. Tornerete mai a fare concerti insieme?
Beh è stata una bella esperienza che è durata circa 2 anni; era il 2009 quando iniziò, eravamo io e
‘O Zulù due realtà molto diverse, anche se combattive, che si sono incontrate in una fase particolare della propria esistenza… Iniziammo per gioco a Roma in una logica di improvvisazione pura a suonare in un locale la gente rispose molto bene. Nulla era stabilito e continuammo così. In altre piazze senza agenzie. Fu tutto casuale… La gente non ci credeva che improvvisavamo ma vi giuro che era veramente così… Due ore di puro e rischioso appuntamento al buio con lo spettacolo da fare… Giocando sui nostri brani e sempre con una marea di pubblico partecipe che entrava nella nostra performance…
Poi dopo due anni giustamente abbiamo ripreso i nostri percorsi più arricchiti di prima; siamo in buonissimi rapporti e chissà… Potrà capitare di incontrarci su un palco, ma siamo in una fase molto intensa per tutti e due; lui con un suo bellissimo e personale tour oltre ai 99 Posse, io con la scelta estera e anche con la mia ripresa fisica e creativa dopo il mio trapianto di cuore.
Enrico Capuano e Concertone del 1º maggio a Roma. Un binomio fortunato che è iniziato nel 2001. Secondo te quanto è importante per un artista o una band esibirsi in quella occasione e perché oggi (talent a parte) la musica trova poco spazio in televisione?
E’ stato molto bello anche presentare quattro anteprime in diretta su Rai Tre (oltre che a suonarci)… Auguro ad ogni artista di vivere una cosa così bella e intensa , la magia della diretta e di un pubblico davanti sono una bella prova per un artista… L’ultima mia presenza fu nel 2014 ormai … Le scelte artistiche degli ultimi anni sono diverse dal passato e alcune molto coraggiose anche se spero, perché ne sento il rischio, che non si perda mai il senso politico di quella giornata… Per il resto penso che la musica dal vivo sta in un momento di forte difficoltà e le responsabilità sono tante… Persino di tanti addetti ai lavori.

Parliamo di un altro mass media: internet. E’ davvero la rovina della musica a causa della pirateria sempre più massiccia o può essere un’ancora di salvataggio grazie agli shop virtuali, agli streaming e ai social network?
Da una parte internet dà e ha dato delle grandi possibilità alle band, per farsi conoscere e ascoltare tutto il possibile ma ormai anche lì c’è stato un intervento che privilegia i ricchi magari senza talento investendo sulla rete o peggio rischia di prevalere il cretino che fa l’ironico con suoni gutturali e ti fa milioni di click rispetto a chi propone qualcosa di più complesso. Si rischia una semplificazione che non aiuta una fascia di artisti… Serve un educazione all’ascolto musicale partendo dalle scuole ma il rischio è un processo di massificazione dove tutti si sentono protagonisti ma alla fine non contano nulla.
Cosa hai provato ad esibirti in locali storici quali il The Viper Room? Com’è vista la musica italiana oltralpe?
Grande emozione perché abbiamo fatto conoscere un’altra Italia, quella delle periferie, quella dei figli di lavoratori che si riscattano con la musica e il Rock ‘n Folk… Una grinta a loro sconosciuta da italiani… Orgogliosi delle loro radici ma aperti alle altre culture. La musica italiana è poco conosciuta a parte i classici e alcuni artisti come Zucchero, Pausini, Tiziano Ferro, ma la nostra proposta come quella di altri che escono fuori dallo schema proposto, e spesso imposto, li incuriosisce tantissimo
Personalmente ho gradito molto la tua cover di “Funiculì funiculà”. Gli hai dato davvero una nuova vita, più energica, senza però perdere quel tocco di sapore mediterraneo. Ci puoi raccontare com’è nata e perché hai scelto di inserirla nel tuo ultimo cd “Viva”?
Funiculì Funiculà è uno dei pezzi più conosciuti della nostra tradizione è un troll giusto per far capire che la tarantella con il Rock possono viaggiare insieme. A noi diverte suonarla e la gente capisce meglio l’operazione che stiamo facendo. L’idea nasce dopo aver sentito varie versioni e risentendola cantare da mia madre mi sono convinto.

Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?
In questo periodo mi capita di suonare spesso con Tony Esposito e dopo aver suonato con tanti artisti come ad esempio Franz Di Cioccio della PFM ho un solo sogno nel cassetto. Un sogno adolescenziale, quello di incontrare e collaborare un giorno almeno su un brano con Serj Tankian (cantante e fondatore dei System of a Down nda). Ritengo la sua creatività melodica originale e piena autentica energia poetica.
E a proposito di futuro… Enrico Capuano che progetti ha in serbo per i fan?
Appena potrò vorrei rientrare in sala per fare il mio primo singolo internazionale per il pubblico estero che mi segue (che ormai è molto numeroso), nonostante tutto parta da un team minuscolo in una sede sudicia della periferia romana
Un saluto ai nostri lettori…
Il saluto lo voglio fare a tutti voi ma in modo particolare a tutte le persone ancora curiose.