Gianfranco Fini rischia il processo. E’ questo l’esito della fine dell’inchiesta di riciclaggio portata avanti dalla Procura di Roma. L’ex Presidente della Camera sarà rinviato a giudizio con la moglie Elisabetta Tulliani, gli altri familiari di quest’ultima e l’imprenditore dei videogiochi Francesco Corallo. Un esito non inatteso, visto lo sviluppo della vicenda. Ricordiamo che il fratello della Tulliani, Giancarlo, è da tempo latitante a Dubai.
L’inchiesta che ha coinvolto Gianfranco Fini
Il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il pm Barbara Sargenti hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini sul riciclaggio alle parti interessate. Gli accertamenti sono avvenuti soprattutto nell’appartamento di Montecarlo (ormai celebre, ndr), vera “prova tangibile” in mano all’accusa. Secondo la procura Giancarlo Tulliani acquistò l’appartamento con i soldi di Corallo, attraverso la creazione di due società off-shore, la Printemps e la Timara, per 300.000 euro nel 2008. Da notare che la cessione dell’immobile fruttò, nel 2015, un importo di 1.360.000 dollari.
Gianfranco Fini si è difeso affermando di non essere a conoscenza che dietro l’azione di compravendita ci fosse il cognato.
Nel dicembre dello scorso anno, l’inchiesta ha portato all’arresto di Francesco Corallo. Con lui, sono finiti in manette, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta.
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Il sistema
Secondo la Procura, Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta. sarebbero a capo di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale. Questa associazione sarebbe coinvolta in reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Francesco Corallo, una volta “lavati” i guadagni illeciti, li avrebbe reinvestiti in attività economiche e finanziarie. Parte di questi soldi erano destinati alla famiglia Tulliani.
I fatti risalgono al 2008 . Nel fascicolo si parla di un giro di riciclaggio di oltre 7 milioni di euro.
A tanto ammonterebbero, i profitti illeciti accumulati dalla famiglia Tulliani.
A loro, nell’ambito dell’indagine che vede coinvolto anche Gianfranco Fini, i finanzieri hanno sequestrato nel febbraio scorso beni per cinque milioni di euro.