Ai microfoni di Nation, l’ex capitano dell’Atalanta Papu Gomez ha spiegato la rottura con Gian Piero Gasperini: “Ho sbagliato qualcosa contro il Midtjylland, ho disobbedito ad un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e l’allenatore mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistra. Ho detto di no. Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato. Negli spogliatoi ha cercato di aggredirmi fisicamente: una cosa assolutamente intollerabile. Ho chiesto un incontro con il presidente Antonio Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore. Il giorno dopo chiesi scusa alla squadra, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo più lavorare con Gasperini all’Atalanta. Lui mi ha risposto che non mi avrebbe lasciato andare e quindi è iniziato un braccio di ferro che ho pagato: sono finito fuori rosa. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia”.
