ROMA – Bonus Irpef 80 euro conosciuto come “Bonus Renzi” con l’ultima legge di bilancio vi sono state alcune modifiche cosa è cambiato? Il calcolo fiscale delle pensioni erogate dall’Inps è stato adeguato retroattivamente dal 1° gennaio 2022, in applicazione di quanto previsto dalla legge di bilancio, che ha modificato aliquote fiscali e scaglioni di reddito su cui applicarle e il regime delle detrazioni per reddito da lavoro, pensione e altri tipi di reddito ai fini della determinazione dell’Irpef.
La legge di bilancio ha anche rimodulato le condizioni di concessione del trattamento integrativo (ex Bonus Renzi ora da 100 euro mensili), lasciandole invariate solo in caso di reddito complessivo fino a 15mila euro e, al contempo, ha abrogato l’ulteriore detrazione per redditi fino a 40mila euro.
Trattamento Integrativo cambiano le condizioni nelle quali è possibile ottenerlo
Il trattamento integrativo che prende il nome dall’ex presidente del Consiglio è stato parzialmente rivisto con l’ultima Legge di bilancio. L’importo resta lo stesso del 2021, ma cambiano le condizioni nelle quali è possibile ottenerlo. L’ultima Legge di bilancio ha modificato le condizioni con cui è possibile usufruire dell’ex bonus Renzi, anche noto come bonus Irpef.
Come ricorda il Mef, si tratta di un’agevolazione per i lavoratori dipendenti introdotta nel 2014 e poi estesa “con il trattamento integrativo (che ha portato il bonus a 100 euro fino a 28mila di reddito complessivo per i lavoratori dipendenti) e con l’ulteriore detrazione (che ha aumentato la detrazione da lavoro dipendente per i lavoratori con reddito tra 28 e 40mila euro) introdotti a regime nella Legge di bilancio per il 2021”.
Bonus Irpef a chi spetta?
Con l’ultima Legge di bilancio si stabilisce che il trattamento è riconosciuto se il reddito non è superiore a 15mila euro. Il tetto per ricevere il bonus viene quindi abbassato. Viene però specificato che, a determinate condizioni, il trattamento integrativo è riconosciuto anche se il reddito complessivo è superiore a 15mila euro ma non a 28mila euro. Più nel dettaglio, se ne ha diritto se la somma delle altre detrazioni (familiari a carico, lavoro dipendente, mutuo prima casa e lavori edilizi) è superiore all’imposta lorda.
In questo caso, si legge, “il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare comunque non superiore a 1.200 euro, determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni ivi elencate e l’imposta lorda”. Se una determinata persona riceve il bonus Renzi ma non ne ha diritto, dovrà poi restituirlo come specificato dal decreto legge del 2020.
Trattamento integrativo 2022 cosa è cambiato, cosa fare per averlo?
“Qualora […] il trattamento integrativo di cui al comma 1 si riveli non spettante, i medesimi sostituti d’imposta provvedono al recupero del relativo importo”, si legge al comma 3 dell’articolo 1. La revisione del bonus Renzi non è l’unica novità legata all’Irpef. Con l’approvazione della manovra è entrata in vigore la nuova riforma fiscale che ha portato da cinque a quattro le aliquote e rivisto gli scaglioni che ora sono i seguenti:
- 23% fino a 15mila euro
- 28% tra 15mila e 28mila euro
- 35% tra i 28mila e i 50mila euro
- 43% oltre i 50mila euro.
In un approfondimento pubblicato sul sito del Mef, che analizza proprio le modifiche all’Irpef, si legge che l’intervento è nato “con l’obiettivo prioritario di sostenere la ripresa dell’economia in una fase di ripartenza, nonché di agire sulla componente tributaria del cuneo fiscale” ma “non ha la pretesa di rappresentare una riforma complessiva e definitiva del tributo”.