Koopmeiners (8) – Il vice che diventa titolarissimo. Teun è un giocatore che in campo fa tutto: attacca, difende, ruba palla, costruisce e disegna gioco sia a centrocampo che quando viene schierato da trequartista, dimostrando una buona intesa con i suoi compagni di reparto. Nonostante il calo riscontrato nella parte finale di stagione, è un punto fermo su cui fare affidamento per il 2023 (anche a costo di rinunciare a determinate offerte).
De Roon (7,5) – Analizzando solo la “maglia sudata” meriterebbe un 9 ad occhi chiusi. Impegno, dedizione, sacrificio e quella voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo al di là degli errori: quel giocatore che contro la Lazio ti commette l’errore fatale per poi compensare segnando nel finale sotto la Pisani. In difesa si trova più a suo agio, anche se a centrocampo con Remo (in contesti perfetti) fa il suo. Limitato in fase di costruzione, ma il cosiddetto “lavoro sporco” continua a farlo senza problemi (tendenzialmente anche per gli altri). Una bandiera di questa Atalanta.
Freuler (7,5) – Stesso discorso per Martino: ad impegno è un giocatore fenomenale che il più delle volte corre anche per gli altri, cercando di ravvivare la squadra anche quando non si presentano reazioni. Fase di costruzione, visione di gioco e quantità. Da sottolineare il goal contro il Napoli e il rinnovo contrattuale fino al 2025 che fa capire l’intenzione di continuare con i colori nerazzurri.
Pessina (4,5) – Caro diario, c’era una volta l’equilibratore Matteo Pessina. Dalla rete realizzata contro lo Young Boys all’infortunio con il Milan per poi precipitare nell’oblio. Quello che si vede in campo è l’ombra del giocatore dell’annata precedente, dando all’Atalanta un contributo assente. Il talento è rimasto sull’album dei ricordi, la testa a Wembley e il rapporto con l’ambiente si è dissolto tra una dedizione nerazzurra assente e il fatto di Reggio Emilia dove risponde ad un tifoso. A Bergamo ci stai solo con la testa, indipendentemente dal talento.