La cessione di Robin Gosens ha scatenato molte critiche da parte del mondo Atalanta. Opinioni che vanno dall’assurdità di vendere uno dei giocatori più forti ad una diretta concorrente alla scelta incomprensibile di cedere l’esterno ad una cifra tanto bassa quanto strana. I punti interrogativi sono tanti, ma proviamo ad analizzare la situazione tramite tre punti di vista.
Partiamo in primis da quelle che sono le intenzioni del ragazzo. Gosens ha chiesto esplicitamente di essere ceduto all’Inter, e tale spinta hanno portato la società bergamasca a trattare senza problemi. La logica calcistica è sempre la stessa: se un giocatore vuole andare via è giusto cederlo, cercando di guadagnare il più possibile. In caso contrario il rischio è quello di tenere in rosa una pedina scontenta e di conseguenza subire una svalutazione in ottica giugno (oltre ovviamente a quello che è il discorso campo). Tradimento? Non ha giurato fedeltà all’Atalanta. All’interno di una cessione non è importante se te ne vai, ma al “come” te ne vai.
Ciò che ricade sul discorso campo, analizzando il contesto attuale, all’Atalanta la cessione di Gosens non influisce tatticamente. Il ragazzo da ottobre è fermo ai box, e al tempo stesso i nerazzurri hanno avuto la capacità di riadattarsi rimanendo costantemente tra le prime quattro della classifica. Perdere qualcosa sulla sinistra? Con Pezzella e Maehle in crescita no, ma sicuramente il concetto di “upgrade” (sulla carta) può essere fatto solo comprando un degno sostituto.
Inevitabile porre critiche sul prezzo. Vendere colui che fino all’anno scorso era considerato il miglior giocatore tedesco a 22 milioni più bonus è pura follia. Certo, l’infortunio ha abbassato notevolmente il cartellino, ma non a questi livelli. Come giustificare tale scelta? Oltre all’ultima postilla del primo punto, probabilmente l’Atalanta è sicura di non ottenere di più. Il rapporto medico sull’infortunio potrebbe aver acceso un campanello d’allarme, con la sicurezza di non riottenere più il Gosens che si è visto da 5 anni a sta parte. Il campo dirà chi ha avuto ragione.
fonte foto zimbio