MILANO – Berlusconi a marzo sarebbe morto di Coronavirus. Ne è convinto Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva del San Raffaele, che a ‘Piazzapulita’ su La7 ha parlato delle condizioni del leader di Forza Italia, ricoverato con polmonite bilaterale da coronavirus.
“La carica virale del tampone nasofaringeo di Berlusconi era talmente elevata che, a marzo-aprile, sicuramente non avrebbe avuto l’esito che fortunatamente ha ora – ha detto Zangrillo – Lo avrebbe ucciso? Assolutamente sì. Molto probabilmente sì. E lui lo sa. Non è una boutade per esagerare visto il personaggio di cui si parla, ma è un cercare di rimanere aderenti alla realtà”.
Berlusconi a marzo sarebbe morto di Coronavirus
Briatore e Berlusconi, ha aggiunto Zangrillo, “sono in situazioni più che soddisfacenti. Stanno bene. Per loro credo che l’epilogo di questa malattia sia vicino. La cosa fondamentale dell’intervento su Berlusconi non è stata tanto la terapia seguita una volta entrato in ospedale, ma è stato capire che doveva andare in ospedale e che doveva andarci in quella fase. Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi. Lui è un paziente a rischio per i motivi che si sanno”.
Il medico ha poi chiarito che quello che è stato decisivo per il leader di FI “deve essere decisivo per tutti” i pazienti, ossia “farsene carico tempestivamente sul territorio”. E ancora:
“E’ molto più importante dare degli indirizzi ai medici di medicina generale piuttosto che fare nuove postazioni di terapia intensiva che speriamo di non utilizzare mai. E poi è fondamentale avere idee molto chiare sul fatto che la tempestività di intervento è fondamentale”.
Intanto, a una settimana dal ricovero, si osserva per Berlusconi “una risposta ottimale alle terapie in atto”, come scritto nel bollettino. Berlusconi, secondo quanto hanno riferito fonti vicine al leader di Forza Italia, ha trascorso in modo tranquillo la sua settima notte all’ospedale San Raffaele.