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Alla 21er Haus di Vienna, fino al 10 Settembre, è possibile visitare la mostra “Erwin Wurm – Performative Sculptures”. A essere esposte, 40 opere tra sculture e “statue performative” dello scultore austriaco Erwin Wurm, noto soprattutto per il suo approccio umoristico all’arte.
La casa grassa e il suo significato esistenziale
A dare il benvenuto ai visitatori, nel giardino del Belvedere superiore, uno dei pezzi forti della produzione dello scultore: la Fat House del 2003, che dal 2016 è parte della collezione dell’Upper Belvedere. Questa casa “obesa” contiene una proiezione video che racconta la storia dell’edificio stesso e pone domande esistenziali al visitatore, come per esempio: “Quando una casa diventa arte e chi lo determina?”.
La scultura fa parte di un’intera produzione a tema “obesità”, le Fat Sculptures: veri e propri moniti che Erwin Wurm rivolge a una classe media consumista e accumulatrice “ritorcendole contro” i suoi simboli trasfigurati in versione debordante e adiposa facendo trapelare un messaggio irriverente sulla odierna società dei consumi.
Erwin Wurm ha esplorato le possibilità espressive della scultura per oltre 35 anni. Tanto profondo quanto ironico, il suo lavoro sfaccettato comprende quasi tutti i generi ed estende il concetto di scultura ai suoi diversi aspetti: interattivi, relazionali, sociali e temporali. Le Fat Sculptures, rappresentano gli status symbol della classe media, come le automobili o le case unifamiliari.
Con questi ultimi lavori Wurm traduce l’azione in scultura sporcandosi letteralmente le mani, aggredendo modelli o blocchi crudi d’argilla e deformandoli. La tensione sorge nel dialogo tra la forma originale degli oggetti e le tracce lasciate dagli interventi performativi, infatti, quello che conta, per lui, è: “la tensione che cresce nel dialogo tra il blocco originale e i segni lasciati dagli interventi performativi, che trasformano il corpo in materiale mezzo d’azione”.