Ci auguriamo che l’I.A. possa evolversi e continuare a pensare oltre che per noi insieme a noi.
Lo diciamo un po’ scaramanticamente pensando anche alle famose 3 leggi della robotica scritte da Isaac Asimov cui i robot devono obbedire nel rispetto degli esseri umani. Ma questa è fantascienza.
Tornando invece alla realtà, l’I.A. sta trovando una miriade di applicazioni che si riflettono nel nostro quotidiano.
Si va dall’ambito scientifico e industriale a quello domestico.
L’intelligent data processing ad esempio è diventata fondamentale nell’analisi degli algoritmi per estrapolare informazioni che aiutano gli esperti a fare previsioni su consumi, tendenze e fenomeni.
Ci sono poi i chatbot che sono degli elementi di software in grado di eseguire azioni oppure di erogare servizi in base a comandi ricevuti in maniera vocale o testuale da un individuo.
Sempre restando sul linguaggio, l’I.A. viene usata nel anche per il Natural Language Processing: ascoltando il naturale suono umano, vengono svolte quasi in simultanea traduzioni o vengono tramutati i suoni in forma testuale.
Abbiamo i veicoli dotati di intelligenza artificiale, oggetti intelligenti e ovviamente nel campo dello svago c’è solo l’imbarazzo della scelta: dalle piattaforme streaming ai videogames fino al gaming online dove, ad esempio, il gambling ha integrato le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale nello sviluppo e progettazione dei giochi, soprattutto delle slot machine online, gettonatissime in Italia e non soltanto.
Anche il riconoscimento biometrico, che fino a ieri ci sembrava fantascienza, è ormai uno strumento diffuso, molto nella videosorveglianza ma anche nelle app di ultima generazione e che scarichiamo sui nostri smartphone.
Forse, viene da pensare, è solo una questione di tempo che separa la realtà dalla fantascienza. Probabilmente sì, un tempo che va sempre più assottigliandosi.