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PALERMO – Inizia da Palermo il mini tour siciliano di Carlo Calenda, leader di Azione e senatore eletto proprio nel capoluogo siciliano a settembre. Calenda è partito da una città in cui peraltro il suo partito ha ottenuto un importante risultato alle ultime comunali nel ticket con +Europa, puntando anche su Catania dove però lo stesso Calenda, con il veto su Lanfranco Zappalà – candidato su cui insieme a Italia Viva sembrava ormai definito il sostegno – ha rimesso tutto in discussione: “Parlerò della situazione di Catania con Castiglione, lo vedrò dopodomani a Caltanissetta e discuteremo di tutto. Poi andrò anche a Siracusa dove abbiamo candidato Francesco Italia”, ha aggiunto soffermandosi anche sulla tornata di Siracusa, dove Azione candida l’uscente Italia.
Inevitabile però che i temi siano anche quelli nazionali, a cominciare dal passaggio di Enrico Borghi in Italia Viva e dunque nel gruppo congiunto di cui è titolare: “I nostri gruppi sono aperti a persone perbene come Borghi, che vogliono venire da noi: ma non li andiamo a cercare noi, noi non andiamo a cercare nessuno. Abbiamo autorizzato il suo ingresso e siamo contenti che arrivi – ha sottolineato, soffermandosi poi sul rapporto con Renzi e con Italia Viva – “Sono contento delle parole di Renzi, neanche io ho intenzione di rompere i gruppi. La questione però è fare chiarezza sul percorso, che non per volontà del sottoscritto, che ci ha lavorato mattina, pomeriggio e sera, non si è potuto fare. Presa cosapevolezza di questo, si lavora sulle proposte concrete insieme come si è sempre fatto, ma ognuno fa la sua strada. Abbiamo riconosciuto l’impossibilità di dare vita a un partito unico, non per nostra volontà, ma perché Italia Viva non ha voluto, e questo è legittimo”.
Inizia da Palermo il mini tour siciliano di Carlo Calenda
Sul Partito Democratico, invece, nessun segnale di avvicinamento ma parole nette sul nuovo corso targato Elly Schlein: “La distanza col Partito Democratico è siderale. Mi pare si sia rifugiato su una posizione di tipo ideologica, riassumibile più o meno con ‘Ci sono i fascisti al governo’, non va bene per una democrazia matura come la nostra – ha attaccato – La Schlein? Non so cosa propone, il punto della politica non sono i posizionamenti astratti, perché ognuno ha il suo, il problema è concretamente cosa fai, cosa proponi. La politica è fare accadere cose nel paese. Non si parla altro che del posizionamento, io lo giudico dalle proposte – ha aggiunto Calenda – Quando la Schlein ci dirà se vuole fare i termovalorizzatori a Palermo, in Sicilia e nel Sud Italia giudicherò il suo posizionamento su quel tema. Il resto sono giochi di società che hanno stancato gli elettori, che infatti non vanno più a votare”.
E sulla platea di riferimento, da Calenda una stoccata anche nei confronti di Forza Italia: “La questione non riguarda un’area moderata, ma un’area pragmatica, che fa accadere le cose. Forza Italia in questo ruolo ha abdicato già da molto tempo – ha spiegato – Non abbiamo una proposta rivolta ai moderati, ma a chi vuol far funzionare il paese. I moderati non esistono, è una categoria dello spirito”. Infine, all’indomani della Festa della Liberazione Calenda è tornato sul tema del fascismo: “Siamo l’unico paese al mondo che parla solo di fascismo. Poi per carità di Dio, La Russa ci mette del suo e questo dobbiamo riconoscerlo. La lettera di Meloni in tal senso è stata importante, poteva usare la parola antifascista più esplicitamente -ha concluso – Ma il senso era abbastanza chiaro”.