ROMA – Aumenta la spesa in ricerca e sviluppo. Nel 2016 la spesa per ricerca e sviluppo intra-muros dell’insieme dei settori istituzionali, quali imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e universita’, e’ stata di quasi 23,2 miliardi di euro; in aumento, rispetto all’anno precedente, del 4,6% a prezzi correnti e incide in percentuale sul Pil dell’1,38%, registrando un lieve incremento di 0,04 punti percentuali.
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Lo ha reso noto l’Istat, che oggi ha diffuso il rapporto “Ricerca e sviluppo in Italia”, dal quale e’ emerso che il settore privato (imprese e istituzioni non profit) ha speso per la R&S intra-muros circa 14,7 miliardi di euro, di cui la quasi totalita’ (14,1 miliardi) e’ stata sostenuta dalle imprese.
Istat: “Aumenta la spesa in ricerca e sviluppo”
Le universita’ hanno speso circa 5,6 miliardi di euro, mentre le istituzioni pubbliche 2,9 miliardi. Rispetto al 2015 e’ aumentata sensibilmente la spesa delle imprese (+9,3%) mentre e’ rimasta stabile quella delle istituzioni pubbliche. E’ diminuita, invece, lievemente nelle universita’ (-1,0%) e maggiormente nelle istituzioni private non profit (-18,6%).
La spesa del settore privato (imprese e istituzioni non profit) ha costituito la principale componente della spesa totale (63,3%); e’ cresciuta rispetto al 2015 (+1,9 punti percentuali). In particolare, il settore delle imprese ha contribuito per il 60,8% alla spesa complessiva (+2,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente); mentre il 24,2% della spesa risulta sostenuto dalle universita’ e il 12,6% dalle istituzioni pubbliche.
Ricerca e sviluppo, ecco da dove sono arrivati i finanziamenti
Con riferimento alle fonti di finanziamento, nel 2016 la spesa in R&S e’ stata finanziata prevalentemente dal settore privato (imprese e istituzioni non profit), che contribuisce per il 54,1% (pari ad un valore di 12,5 miliardi), seguito dal settore delle istituzioni pubbliche con il 35,2% della spesa (circa 8,2 miliardi) e i finanziatori stranieri (imprese, istituzioni pubbliche o universita’ estere), che hanno partecipato al 9,8% della spesa (circa 2,3 miliardi).
Rispetto al 2015, nel complesso e’ aumentata la componente di finanziamento delle imprese nazionali e degli investitori stranieri (+3,5 punti percentuali); mentre e’ diminuito il peso delle altre fonti di finanziamento.