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Mogol ha ricevuto a Chieti l’Ordine della Minerva.
Ieri mattina Mogol è stato l’ospite d’onore nel Campus dell’Università G. D’Annunzio Chieti – Pescara,
presso l’Auditorium del Rettorato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019.
Il grande paroliere, produttore discografico e scrittore italiano ha ricevuto l’Ordine della Minerva, una onorificenza conferita a personalità nazionali ed internazionali, che abbiano contribuito significativamente al progresso della Scienza, della Cultura e dell’Economia.
Erano presenti alla cerimonia il Magnifico Rettore Prof. Sergio Caputi, il Prof. Gian Gabriele Ori in rappresentanza dei Docenti, il Dott. Enzo Fimiani per il Personale Amministrativo e Tecnico, il Dott. Mattia Russel Pantalone per i neo-laureati, Simone Masci, Consigliere d’Amministrazione e Decano della Consulta.
Questa la motivazione letta dal Magnifico Rettore Prof. Sergio Caputi: “L’Ordine della Minerva è conferito al Maestro Mogol per aver dato voce a sentimenti, incertezze e aspirazioni di intere generazioni trascinate dalla forza poetica dei suoi testi. Le collaborazioni con alcuni dei grandi interpreti della canzone italiana e l’impegno formativo presso il Centro Europeo di Tuscolano, da lui fondato e diretto, insieme a seminari tenuti presso università di altri paesi, come ad esempio Harvard, fanno di Giulio Mogol un riferimento dell’identità culturale italiana a livello internazionale.
Naturalmente il mio incontro con Giulio è stato piacevolissimo. Quando ci siamo incontrati, io ero andato da lui perché avevo in mente di fare un corso sul benessere e lui aveva la stessa e identica idea.
Insieme abbiamo iniziato a mettere dei mattoncini per costruire un Master che partirà il prossimo anno su quello che è il benessere in tutti i suoi aspetti.
Ho conosciuto un uomo straordinario perché vi assicuro che Giulio Mogol, oltre a essere quello che è a livello mondiale, è sicuramente una persona di alto livello morale e davvero squisita. Grazie Giulio”.
Queste invece le dichiarazioni del Maestro Mogol: “Prima di tutto mi complimento con il professore su quanto abbiamo visto. Abbiamo parlato di Marte e dei pianeti e mi è venuto in mente che nel 1400 c’è un quadro in cui si vede la Madonna, un disco volante, un pastore che lo indica e un lupo che abbaia allo stesso disco volante: si chiama “La Madonna col disco volante” ed è del 1400…
Guardando. questa immagine mi è venuto in mente che noi siamo osservati dagli alieni da tanti anni.
C’è Area 51 in America: in questo luogo, probabilmente c’è un’astronave e forse anche un alieno.
Mi sono chiesto, anzi, ho pensato che forse gli alieni sono venuti per incontrarci e ci volevano civilizzare, però sono scappati via subito.
Secondo me adesso sono terrorizzati perché vedono che facciamo questi viaggi e hanno paura che arriviamo sul loro pianeta e distruggiamo anche quello…
Ho detto due cose per ridere, perché fa bene alla salute.
Volevo dirvi che io non sono un sognatore, non ho mai sognato. Sapete perché? Perché al sogno segue spesso la delusione; allora ho preferito sempre, cosciente della mia pochezza, lavorare strenuamente e con grande accanimento; nel senso proprio: devo farcela.
Oggi devo dire, però, che mi sembra di vivere un sogno. Devo ringraziarvi tutti. Io sono un uomo assistito, sono cosciente. Sarei un pazzo se non dicessi questo.
Ero il re dei 6–. Salvato sempre all’ultimo momento forse dai professori. All’improvviso, mi sono ritrovato, magicamente, in situazioni incredibili. Ho scoperto una cosa: quello che dicono le televisioni, i giornali e cioè che c’è chi possiede il talento e chi no è una grande bugia.
Noi nasciamo tutti col talento latente, così come un prato non coltivato dove nascono erbacce, rovi… e vicino ce n’è uno curato dove nasce ogni ben di Dio. E’ la stessa terra.
Noi nasciamo, quindi, come prati non coltivati.
Abbiamo, però. delle possibilità inimmaginabili in tutte le arti.
Chi non ci crede deve cominciare a riflettere sul fatto che riesce ad assorbire automatismi e quindi con la capacità del cervello di agire indipendentemente dal pensiero.
Un esempio è guidare la macchina: .voi potete parlare con una persona e la mano va automaticamente all’accensione, alle marce e fa tutto.
C’è un’altra prova: che nell’antica Roma c’erano dieci scrivani che erano considerati geni. Noi scriviamo adesso tutti in automatismo senza pensare.
Abbiamo delle capacità inimmaginabili di diventare, proprio per via di questi automatismi, di questo grande lavoro che anch’io ho fatto in grande umiltà, perché questa è la più grande delle virtù.
Sono arrivato a qualche cosa che adesso mi sembra un sogno.
Voglio ringraziare il rettore Sergio, un mio amico, tutti gli altri rettori presenti, i professori, gli allievi, le autorità. Una parola sola: Grazie!”
Mogol ha ricevuto a Chieti l’Ordine della Minerva: la nostra intervista esclusiva
Ci può raccontare come avvenne l’incontro con Lucio Battisti?
Me lo fece incontrare una ragazza mia amica , Christine Leroux.
Era un’editrice francese e aveva fatto il contratto con questo ragazzo.
Lui è venuto, mi ha fatto sentire delle canzoni e dopo abbiamo cominciato a lavorare insieme.
Quanto c’è di autobiografico nei suoi testi?
Nei miei testi molte cose sono autobiografiche. Mi sono sempre riferito o alla mia vita o a quella di altre persone. Non ho mai usato la fiction, mai l’immaginazione o la fantasia.
Quest’anno decorrono venti anni dalla scomparsa di Lucio Battisti. Che ricordo conserva di lui?
Lo ricordo con molto piacere… E’ scomparso un po’ troppo presto. Come un mago…
Potrà mai esistere un genio come lui in futuro?
Beh, Gianni Bella non è da meno…
I testi delle canzoni di oggi (soprattutto in generi dei giorni nostri come la Trap) pare abbiano perso l’importanza di un tempo nella struttura di una canzone. Cosa ne pensa a riguardo?
Spero tanto che migliorino le cose. Noi però abbiamo Giuseppe Anastasi che arriva dalla nostra scuola che è un grandissimo autore e compositore, non dimentichiamolo.
Basta far lavorare i talenti e lanciarli quando sono bravi.
Grazie mille!
Mogol ha ricevuto a Chieti l’Ordine della Minerva: la fotogallery