Fino al 30 Settembre all’interno dello splendido spazio del MuMI – Museo Michetti di Francavilla al Mare (CH) si possono ammirare le opere che hanno partecipato alla 69 esima edizione del famigerato “Premio Michetti”.
Questa edizione è un omaggio all’artista abruzzese Domenico Colantoni, scomparso di recente. “Che arte fa oggi in Italia” è il tema scelto dal curatore Renato Barilli, uno dei più importanti nomi nel campo della storia e critica d’arte del nostro paese, che negli anni ha consolidato un forte legame con Francavilla al Mare e con il grande nome di Michetti, di cui ha promosso mostre anche all’estero. Il titolo proposto risponde al compito che un critico militante come Barilli sente di avere, ossia quello di fiutare l’arte e di avvisare il pubblico dove questa stia procedendo.
Numerosi gli artisti provenienti da tutta Italia che hanno partecipano a questa edizione del Premio.
Quella del 2018 è ritenuta “una grande edizione” grazie all’impegno negli scorsi mesi del Presidente della Fondazione Michetti, Carlo Tatasciore, che ci ha rilasciato questa esclusiva intervista.
- Cosa pensa di questa 69 esima edizione del Premio Michetti?
L’anno scorso sono stato eletto presidente della Fondazione Michetti. Era fine giugno e non c’era tempo per preparare il Premio, che negli anni passati si era svolto appunto in estate. Ho recuperato l’edizione 2017 nel periodo natalizio affidando la cura a Silvia Pegoraro. Ma il Premio Michetti, sin dalla sua istituzione nel 1947, ha una collocazione estiva e quindi sono stato felice di essere riuscito a organizzare la 69ma edizione, protraendo peraltro l’esposizione dal 14 luglio fino alla fine di settembre 2018. Si tratta di un segnale che non solo la Fondazione Michetti, ma anche l’Amministrazione comunale ha voluto dare: un invito a prolungare il turismo artistico/culturale a Francavilla! Inoltre, l’affidare a Renato Barilli la cura di questa edizione ha avuto, per vari motivi, sul mio lavoro e su quello di tutti un effetto molto positivo. La sua disponibilità, la sua esperienza e i suoi contatti hanno sicuramente facilitato l’auspicato rilancio del Premio.
- Quali sono stati i criteri di selezione delle opere esposte?
Renato Barilli, il curatore, ha invitato artisti che conosceva per precedenti esperienze espositive. Si è creata pertanto una continuità con molti di essi, che hanno ormai conseguito una loro personalità ben definita, non essendo più giovanissimi. Negli intenti della Fondazione c’è appunto il voler fare del Premio Michetti una vetrina, per così dire, di artisti in via di affermazione.
- Questa edizione è un omaggio all’artista abruzzese Domenico Colantoni, recentemente scomparso. Cosa pensa della Cultura e dell’Arte Made in Abruzzo?
Non sono né un critico né uno storico dell’arte e quindi non sono competente più di altri ad esprimere giudizi sull’arte abruzzese. In realtà, ho visto che molti artisti pur provenendo dall’Abruzzo hanno operato e operano in altre parti d’Italia e del mondo. Credo che la cultura e l’arte abbiano necessariamente un respiro se non globale. Bisogna insomma inserirsi in un contesto più ampio. E gli artisti che nel frattempo ho conosciuto propongono nelle loro opere qualcosa del genere. Colantoni è vissuto a lungo nella capitale italiana, era amico di Moravia…Invito a vedere il suo ritratto in esposizione al Museo Michetti.
- Com’è stato collaborare per questa edizione con il noto critico d’arte Renato Barilli, abile “talent scout” in campo artistico?
Sicuramente, come Le dicevo, Renato Barilli (che già conoscevo personalmente per i miei interessi filosofici) unisce alla sua competenza una grande umanità, non dissociata da idee ben precise sull’arte e sulla cultura contemporanea. Si discute con lui sempre volentieri e poi è un grande comunicatore. Conto di riaverlo a Francavilla al Mare agli inizi di settembre per una sua visita guidata del Premio Michetti.
- Il titolo di questa edizione è “Che arte fa oggi in Italia”. Qual è il ruolo dell’arte in questa società in cui tutto si consuma rapidamente?
Non credo, realisticamente, che l’arte come tutto in una società basata sul consumo possa prescinderne completamente. E poi c’è il valore di mercato delle opere! Ma è un argomento molto delicato e forse non affrontabile qui. Penso, tuttavia, che la produzione artistica esprima il tentativo quantomeno di provare a durare un po’ di più di altri prodotti: certo è che a determinare il suo valore non è solo l’intenzione dell’artista.
- Come vive il ruolo di presidente della Fondazione Michetti? Quanto e come questa funzione la sta cambiando e formando professionalmente?
Formarmi professionalmente non è nelle mie aspirazioni! Capire qualcosa di più del mondo in cui vivo: questo sì! Mi tengo a una certa distanza da questo “mondo” aiutato da un bagaglio culturale che sto cercando di ampliare. In fondo, il ruolo di un presidente non è quello di stabilire la qualità di un’opera d’arte, ma di dare fiducia al consiglio di amministrazione e permettere un lavoro sereno a quanti operano per la Fondazione.
- Progetti futuri della Fondazione Michetti…. Qualche anticipazione?
La vicinanza del Sindaco di Francavilla al Mare e di tutta l’Amministrazione porta a ben sperare! Anche la Regione Abruzzo vede nel Premio Michetti un’iniziativa importante del territorio, che gode peraltro del patrocinio del Ministero dei Beni e della attività Culturali. Un’anticipazione è già venuta mentre parlavamo: tornerà Barilli in settembre per una visita guidata del Premio Michetti – Premio che consiste in realtà nell’acquisto di un’opera. Vincitori di questa edizione 2018 sono stati Matteo Montani e Lucia Veronesi. Se gli accordi in corso andranno in porto, la mostra sarà trasferita in autunno a Padova e all’inizio del prossimo anno a Milano. Inoltre la Fondazione Michetti ha già nominato il nuovo Comitato tecnico e ha assegnato la comunicazione all’agenzia Dello Iacono Comunica. Tutte le cariche saranno ricoperte. La Fondazione continuerà a svolgere un’intensa attività culturale in attesa del Premio 2019. La collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Michetti” contribuirà a far avvicinare alla pittura i giovani studenti e a far conoscere maggiormente ai cittadini la mostra permanente, che è il risultato di settanta anni di storia, non solo artistica, della nostra società.