Rum: dalla sua produzione alle opportunità di investimento

Rum: dalla sua produzione alle opportunità di investimento

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La coltivazione intensiva di canna da zucchero è il punto di partenza imprescindibile per la produzione del rum. Dopo che è arrivata a maturazione, la pianta deve essere tagliata; quindi, la si pressa in un mulino in modo che si possa avere il succo. Attualmente nelle Antille Francesi l’estratto viene messo a fermentare in modo da ricavare una sostanza alcolica, anche se questo metodo non viene ritenuto il più corretto.

Acquistare una bottiglia di rum può essere non solo un piacere ma anche una opportunità di investimento: lo dimostra il sito web Rumtrades, che permette di vendere e comprare bottiglie di rum vecchie e antiche, fra le quali vale la pena di citare nomi del calibro di Hampden, Appleton, Wray and Nephew, Caroni e Velier Demerara.

Le caratteristiche della coltivazione di canna da zucchero

In base al clima della zona geografica, i germoglia possono essere piantati in momenti dell’anno diversi, ma comunque fra il mese di febbraio e quello di agosto. Già questa è una fase decisiva, destinata a condizionare il buon esito del prodotto. Infatti, più indovinato è il momento e maggiore risulterà il contenuto zuccherino, il che vorrà dire che dalla distillazione si produrrà una quantità di materiale di scarto minore. La crescita della pianta dura un anno e mezzo; nelle aree subtropicali arriva a un metro di altezza, mentre in quelle tropicali raggiunge i tre metri. Dopo la raccolta, la pianta viene tagliata e macinata. Il rum agricolo viene ottenuto quando l’estratto della canna viene condotto alla fermentazione, ed è diverso dal rum moderno.

Che cosa cambia fra il rum agricolo e il rum moderno

Il rum agricolo, dopo essere stato depurato e decantato, viene filtrato e quindi messo all’interno dei tini di fermentazione. Questa si verifica nel giro di uno o un paio di giorni al massimo, e permette di avere un rum privo di alterazioni aromatiche e molto leggero. La produzione del rum moderno, invece, è differente, perché presuppone più fasi. A cominciare dalla fermentazione, che consiste nell’aggiunta di lievito alla melassa o al succo di canna. È così che si genera l’alcol etilico, in quanto il lievito si nutre della parte zuccherina. In base al tipo di rum che si desidera si può avere una fermentazione di appena 24 ore oppure di un paio di settimane. La lunghezza della fermentazione è direttamente proporzionale alla concentrazione di alcol, residuo e acido, da cui deriva un prodotto decisamente più corposo.

Come viene effettuata la distillazione

La distillazione è il procedimento attraverso il quale l’alcol viene separato dall’acqua al fine di ottenere gli aromi desiderati. Maggiori sono le distillazioni e più elevata è la qualità del rum. Le tecniche di distillazione sono molteplici e diverse, in base alla zona di provenienza e ai metodi scelti dai produttori, a differenza di quel che avviene per la vodka o per il whiskey. In qualunque caso, però, è previsto il riscaldamento del liquido a 80 gradi, prima di una ricondensa. Nel caso dei prodotti commerciali dalla fascia di prezzo bassa, è prevista una sola distillazione in alambicchi continui, e quello che si ottiene è un liquido trasparente che va da un minimo di 70 a un massimo di 90 gradi.

La fase dell’invecchiamento

Il rum lasciato invecchiare ogni anno perde circa il 10% di alcol, ed è questa la ragione per la quale le botti una volta ogni tanto vengono rabboccate. Il rum, in genere, viene messo a invecchiare all’interno di botti in legno di quercia americana. Il sistema Solera prevede che le botti siano disposte a piramide, così da ottenere un blend naturale dell’acquavite.

 

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Autore dell'articolo: Cesare Di Simone

Passione sfrenata per tutto ciò che è tecnologico utente di lungo corso Android e sostenitore di tutto ciò che è open-source e collateralmente amante del mondo Linux. Amante della formula uno e appassionato dell'occulto. Sono appassionato di oroscopo mi piace andare a vedere cosa dicono le stelle quotidianamente.