ROMA – Sud d’Italia eccelle in Europa nell’economia circolare. Maglia nera invece nella transizione verso un’energia pulita libera dai combustibili fossili e amica del clima. E’ la sintesi, decisamente a chiaroscuri, del cammino “green” della “macroregione” italiana del Sud fornita dal terzo Rapporto di Circonomia, presentato ad Alba nei giorni scorsi in occasione del Festival internazionale dell’economia circolare e della transizione ecologica.
Il Rapporto stila una classifica con i 27 Paesi che fanno parte dell’Unione Europea e le tre macroregioni italiane del Nord, del Centro e del Sud (con isole), basata su 17 indicatori raggruppati in tre categorie: indicatori di impatto (consumi di materia e di energia per abitante), indicatori di risposta (incidenza di pratiche virtuose, dalla percentuale di rinnovabili sul consumo di energia al tasso di riciclo dei rifiuti), indicatori di efficienza (consumi di materia e di energia, produzione di rifiuti, consumo di suolo per unità di Pil generato). Il Rapporto mette a confronto le performance italiane e delle nostre regioni del Sud con quelle di tutti gli altri Paesi europei.
Il terzo rapporto Circonomia prende le mosse da questi due grafici che illustrano le due maggiori crisi contemporanee, entrambe globali ed entrambe con ricadute particolarmente rilevanti sull’Italia: una lunga e profondissima è la crisi climatica, l’altra istantanea ed acutissima è la crisi prodotta dall’impennata verticale dei prezzi del gas, cominciata nel 2021 e resa esplosiva dalla guerra russo-ucraina.
Un nesso strettissimo lega tra loro gli scenari descritti nei due grafici. Lega, in particolare, la transizione energetica ed ecologica – sola risposta efficace alla crisi climatica, basata innanzitutto su una rapida decarbonizzazione dei sistemi energetici – alla possibilità concreta di fronteggiare o arginare le difficoltà nelle quali si dibatte da anni l’economia italiana ed europea, ulteriormente amplificate dalla “guerra energetica” tra Russia ed Europa.
Sud d’Italia eccelle in Europa nell’economia circolare
Ma che posto hanno la macroregione del Sud italiano e l’Italia in generale in Europa, quale la loro posizione in un ipotetico ranking europeo, rispetto a alle sfide dell’economia circolare e della transizione energetica? Queste per punti le risposte che vengono dal terzo Rapporto Circonomia, misurate su dati concreti.
- Il Sud italiano – Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, con circa 20 milioni di abitanti – si colloca ai primi posti in un ideale ranking europeo dell’economia circolare: fanno meglio solo l’Italia nel suo complesso, le due macroregioni italiane del Centro e del Nord e i Paesi Bassi, fanno peggio gli altri 23 Paesi dell’Unione Europea.
- In particolare il Sud italiano ottiene risultati brillanti, largamente migliori della media europea, nel consumo di materia per abitante (7,34 t contro 13,46 t), nel rapporto tra ricchezza generata e materia consumata (2,462 miliardi di Euro per tonnellata di materia, contro 2,225 miliardi di Euro), nei rifiuti prodotti in rapporto al Pil (109 t per milione di Euro, contro 17,9 t), nelle emissioni pro-capite di gas climalteranti (6,03 t di CO2 equivalente per abitante contro 12,8 t).
- L’Italia in generale primeggia nell’Indice di Circolarità: guida la classifica dei 27 Paesi dell’Unione Europea.
- Per l’Italia vi sono importanti differenze regionali, per quanto complessivamente tutte e tre le macroregioni abbiano buone prestazioni. Le regioni del Sud – per effetto delle più miti condizioni climatiche e della minore generazione di reddito e consumi – fanno meglio delle regioni settentrionali e centrali nei più importanti indicatori di impatto, fanno peggio nell’insieme degli indicatori di capacità di risposta e di efficienza nell’uso delle risorse.
- In uno dei settori chiave per l’economia circolare – lo smaltimento dei rifiuti urbani – la distanza tra Nord e Sud italiani è eclatante. La quantità pro-capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica, dunque sottratti a ogni possibilità di riciclo, nelle regioni meridionali è più che doppia che nel Nord italiano (129 kg/ab contro 54 kg/ab). Ancora, su un totale di 356 impianti per il riciclo della frazione umida dei rifiuti urbani – per produrre compost e biogas – 227 sono nel Nord e solo 86 nel Sud (i restanti si trovano nel Centro).