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Il tradimento è una delle esperienze più dolorose, nella vita: scoprire che il partner ci è infedeli, però, non fa male solo alla mente, ma ci va di mezzo anche la salute. La scienza lo conferma. Alcuni ricercatori dell‘Università del Nevada hanno effettuato un’accurata indagine, analizzando il comportamento di 232 studenti impegnati in una relazione sentimentale, da poco meno di un anno e mezzo, vittime di infedeltà negli ultimi tre mesi. Lo studio ha messo in rilievo dati interessanti.
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Le vittime di infedeltà mettono a rischio la salute, con atteggiamenti lesivi
I ragazzi (età media 20 anni) oltre ad avere maggiori probabilità di essere colpiti da depressione e ansia, assumevano comportamenti nocivi per la salute come smettere di nutrirsi (45%), bere alcolici in modo esagerato (44%) smettere di fare esercizio fisico (29%) e iniziare a usare (o aumentarne il consumo) la marijuana (19%). Un intervistato su quattro, inoltre, ha confessato di aver fatto sesso mentre era sotto gli effetti di una sonora sbronza. Lo studio, che è stato pubblicato sul “Journal of Social and Personal Relationships”, ha evidenziato come questi risultati negativi – già di per sè preoccupanti – lo fossero ancora di più nel caso la persona tradita dal partner si sentisse responsabile della sua infedeltà.
Scoprire il tradimento del partner scatena sensi di colpa, in particolare nelle donne
La co-autrice della ricerca, M.Rosie Shrout spiga al PsyPost: “L’infedeltà del proprio compagno, è risaputo, è uno degli eventi più devastanti e dolorosi che possa capitare a una coppia. Volevamo però capire quanto lo stress fisico ed emotivo conseguente, soprattutto se convinti di essere in qualche modo responsabili, potesse spingere le persone ad assumere atteggiamenti lesivi. Una caratteristica che appartiene più alle donne: molto spesso, infatti, si ritengono responsabili di cose assurde – forse perchè tendono a dare un’importanza superiore alle relazioni amorose – delle quali non hanno affatto colpa. Non stupisce affato, quindi, che nel corso della ricerca – conclude la dottoressa Shrout – siano risultate proprio le donne, ad avere una propensione maggiore nel mettere in serio pericolo la loro salute”.