Trapianto di testa: se ne è parlato molto dell’operazione ma sempre con un po’ di sfiducia nella sua effettiva realizzazione: e invece, davvero contro ogni aspettativa, il neurochirurgo continua ad affermare la completa fattibilità dell’intervento: ha studiato, praticato e approfondito la scienza dei trapianti per più di 30 anni ed ora dichiara di poter portare a termine con successo quello più ambizioso. realtà
Il paziente che si sottoporrà all’operazione di trapianto ha da tempo un nome: Valery Spiridonov.
Il trentenne russo è affetto da una patologia muscolare neurodegenerativa, detta malattia di Werdnig-Hoffmann. Il giovane ha affermato più volte di voler cambiare corpo a tutti i costi e il programma di Canavero rappresenta per lui una speranza di salvezza, nonostante il rischio concreto di un fallimento dell’operazione. Trapianto è estremamente delicato: il neurochirurgo afferma che, ad oggi, tutte le tecniche che formano l’intero intervento sono ampiamente conosciute e praticate, dunque non c’è motivo di credere in una non riuscita. Nella fase precedente all’operazione la testa di Spiridonov e il corpo del donatore (il cui nome sarà mantenuto segreto) saranno portati ad una temperatura di circa -15°C, alla quale tutte le funzioni sono ridotte al minimo.
Canavero userà una sostanza nota come glicol polietilenico per fondere i midolli spinali recisi che, secondo il medico, farà la differenza rispetto agli altri casi falliti di trapianto.
L’intervento costerà circa 11 milioni di dollari, durerà circa 36 ore e coinvolgerà un’equipe medica di 150 professionisti. Gli ostacoli scientifici che si dovranno superare sono innumerevoli, almeno quanto le questioni di natura etica.
Dopo l’operazione il corpo e la testa trapiantata saranno tenuti in coma per circa un mese, per escludere ogni possibilità di rigetto. A seguito del risveglio invece seguirà un lunghissimo percorso di riabilitazione.
Sergio Canavero è d’accordo che la problematica principale sarà l’aspetto psicologico: per quanto Spiridonov sia convinto di sottoporsi all’operazione non si può sapere quale sarà la sua reazione una volta ripresi i sensi, e soprattutto non si sanno le sue condizioni: tra le possibilità c’è anche quella di vivere sì in un altro corpo ma in una analoga situazione di paralisi.
Canavero ha rivelato che molto probabilmente si farà uso della realtà virtuale per abituare gradualmente il paziente all’idea di movimento. Il tutto sembra pura fantascienza: ma la data è fissata ed è prossima. Da chiederci c’è tanto, soprattutto se, aldilà della riuscita o meno, vogliamo vivere in un mondo in cui la testa di un uomo può essere trapiantata sul corpo di un’altra persona, e così tante altre volte raggiungendo teoricamente l’immortalità. C’è da capire se è preferibile un uomo potenzialmente morto su un corpo sano, che non un uomo vivo su un corpo disabile.
Pensateci anche a voi a ciò che comporterebbe un’eventuale riuscita del trapianto, ma fatelo in fretta perché manca davvero poco.