Questa mattina, la Guardia di Finanza di Varese ha arrestato Aldo Taddeo l’imprenditore del Varesotto coinvolto nell’inchiesta ” Plastic Free”. L’ex presidente del Varese Calcio è ritenuto responsabile assieme ad altre due persone di Bancarotta fraudolenta. L’uomo è accusato altresì di avere provocato dissesto finanziario in altre due aziende. Le società erano operanti nel settore della progettazione, costruzione e commercializzazione di macchine industriali per la lavorazione delle materie plastiche. Un danno finanziario di circa 8 milioni di euro. Oltre a loro sono imputate anche altre sei persone. L’indagine è partita lo scorso Luglio, in seguito ad una richiesta fallimentare presentata da due ditte. Le due imprese ubicate una Busto Arsizio e l’altra a Samarate presentavano fra l’altro diverse incongruenze.
Arrestato Aldo Taddeo, il modus operanti della mega truffa
L’inchiesta ha permesso di stabilire come il modus operandi delle persone coinvolte fosse sempre lo stesso. Taddeo e i suoi complici trasferivano ingenti somme di denaro prelevate dalle aziende, in maniera continuata. Poi, confluivano tutto il liquido in conti correnti per lo più esteri. Depauperavano le imprese a livello patrimoniale ed economico delle società italiane. In una sola parola le “cannibalizzavano”. Infine dichiaravano il fallimento. I responsabili utilizzavano una società Slovacca con sede a Bratislava come come ” Cassaforte”. Il consorzio faceva capo direttamente al maggiore indagato. Secondo l’accusa, Aldo Taddeo a partire dal 2015 avrebbe rilevato le quote delle tre società italiane, per poi assumerne il diretto controllo. Per svuotare le aziende frodate cedeva puntualmente affitti o diversi rami aziendali. Un comportamento doloso che ha portato al crollo delle attività.
Una vita dissoluta
Aldo Taddeo, avrebbe dissipato i capitali delle aziende per continuare ad avere un tenore di vita alto. Forse al di sopra dei suoi mezzi. Addirittura possedeva anche una squadra di calcio. Gli indagati erano consapevoli di frodare soci di minoranza e anche i dipendenti. Un passivo fallimentare di circa 8 milioni di euro. Al momento anche la terza azienda risulta sull’orlo del tracollo. Gli impiegati da mesi non ricevono più gli stipendi. Né tanto meno contributi previdenziali e assicurativi. In particolare, le Fiamme Gialle stanno intervenendo presso l’ultima aziende di Castellanza. Sono ancora in corso altre 15 perquisizioni. Provvedimenti ordinati dalla Procura della Repubblica. Soprattutto nelle province di Novara, Varese, Milano, Lecco, Vercelli, Padova e Roma. Una maxi operazione. Un impegno costante dei finanzieri.