Asma: come gli inquinanti atmosferici possono aumentare gli attacchi per i bambini nelle aree urbane

 

L’asma è una condizione cronica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Questo disturbo respiratorio può avere effetti debilitanti sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono, causando sintomi come tosse, mancanza di respiro e respiro sibilante.

Ma cosa causa l’asma? Quali sono i fattori che possono scatenare un attacco d’asma? E come può l’inquinamento atmosferico influire sulla gravità della patologia?

In questo articolo, esploreremo le cause dell’asma e i fattori che possono aumentare il rischio di attacchi. Inoltre, discuteremo degli ultimi risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health che ha analizzato l’effetto dell’inquinamento atmosferico sui bambini con asma che vivono nelle aree urbane.


Cos’è l’asma?

L’asma è una condizione cronica caratterizzata dall’infiammazione e dal restringimento dei bronchi, delle principali vie aeree dei polmoni e delle ramificazioni.

I sintomi includono costrizione toracica, mancanza di respiro, tosse e respiro sibilante che tendono a peggiorare durante la fase di riacutizzazione.

Una riacutizzazione, detta anche attacco d’asma, comporta un ulteriore restringimento delle vie aeree dovuto all’infiammazione delle cellule delle vie aeree e alla contrazione dei muscoli bronchiali. Questo è accompagnato dalla produzione di muco in eccesso che porta anche all’ostruzione delle vie respiratorie.

Le cause di un attacco

Le infezioni respiratorie di origine virale sono la causa più comune di attacchi di asma sia nei bambini che negli adulti. Esistono anche fattori non virali associati alla riacutizzazione di questi sintomi. Ad esempio, una maggiore esposizione agli inquinanti atmosferici è associata a un aumentato rischio che la sintomatologia si riacutizzi. Esistono anche altri fattori che possono agire come causa scatenante e sono infezioni non virali, allergeni, polline e peli di animali domestici.

Inoltre, diversi studi epidemiologici hanno mostrato un collegamento tra i livelli di inquinanti atmosferici e lo scatenarsi della sintomatologia. Livelli più elevati di diversi inquinanti atmosferici, come il particolato fine, l’ozono, il biossido di azoto e il biossido di zolfo, sono apparsi collegati al verificarsi degli attacchi.

L’asma è una delle condizioni croniche più comuni nei bambini. Inoltre, gli studi suggeriscono che i bambini che risiedono in quartieri urbani e socioeconomici di un livello più basso mostrano una maggiore morbilità e prevalenza della condizione. Livelli più elevati di inquinamento atmosferico sono caratteristici di questi quartieri e possono spiegare la maggiore prevalenza e gravità della patologia nei bambini che vivono in queste realtà.

Tuttavia, i meccanismi molecolari alla base dell’esacerbazione dell’asma in caso di malattie respiratorie non virali, specialmente nelle popolazioni vulnerabili come i bambini con asma grave, non sono ben compresi. Così come non si conoscono le differenze nei meccanismi alla base delle riacutizzazioni dell’asma causate da inquinanti atmosferici e infezioni virali.

Un nuovo studio

Un recente studio si trova pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health. Si è visto che concentrazioni di ozono e particolato fine, si associano ad attacchi di asma e un declino della funzionalità polmonare in bambini e adolescenti che vivono nelle aree urbane.

I ricercatori hanno anche notato che questi inquinanti atmosferici potrebbero scatenare attacchi d’asma anche quando le loro concentrazioni sono inferiori agli standard di qualità dell’aria.

Il team di ricerca ha aggiunto che concentrazioni più elevate di ozono e particolato fine sono state associate all’attivazione di specifici percorsi infiammatori. Ciò aiuta a capire come livelli più elevati di inquinanti possano portare a un aumento del rischio di riacutizzazione dei sintomi.

I dati analizzati appartengono ad un precedente studio osservazionale intitolato “Meccanismi alla base delle esacerbazioni dell’asma prevenute e persistenti con la terapia a base immunitaria Parte 1 (MUPPITS1)”. Questo lavoro ha incluso 208 bambini di età compresa tra 6 e 17 anni con asma soggetto a riacutizzazioni. Tutti i partecipanti risultavano residenti in quartieri a basso reddito in nove città degli Stati Uniti. Lo studio ha raccolto dati sulla funzionalità polmonare e campioni nasali dopo l’insorgenza dei sintomi.

I risultati dello studio

I ricercatori hanno riferito che i valori dell’indice di qualità dell’aria erano più alti nove giorni prima e dopo l’insorgenza dei sintomi nelle forme non virali rispetto alle forme virali. Inoltre, i valori dell’indice di qualità dell’aria erano correlati negativamente con la funzione polmonare nei soggetti con esacerbazioni asmatiche non virali.

Inoltre, i livelli di particolato fine, ma anche di ozono, sono stati correlati con un aumento dell’espressione di particolari geni. In particolare, quelli associati a un’eccessiva secrezione di muco e di citochine proinfiammatorie, una classe di proteine ​​di segnalazione, nelle riacutizzazioni asmatiche non virali.

Oltre a ciò, anche l’epitelio di rivestimento delle vie respiratorie è risultato compromesso nella sua funzione di barriera.

I risultati di questo lavoro, così come quelli di altri studi, mettono chiaramente in luce il rischio di malattie respiratorie in presenza di inquinamento atmosferico.

Fonte: Asthma: How air pollutants may increase attacks for children in urban areas

Fonte Foto: di Victoria_Watercolor da Pixabay

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere informato iscriviti al nostro Canale Telegram o
seguici su Google News
.
Inoltre per supportarci puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, se vuoi
segnalare un refuso Contattaci qui .


Autore dell'articolo: Eliana Pellegrino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *