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ROMA – Colletti è per il no al taglio del parlamento. Il deputato del Movimento 5 stelle ha infatti deciso di aderire alla campagna referendaria per il no in vista del referendum costituzionale del 20 e 21 settembre. Ieri, giovedì 17 settembre, Andrea Colletti ha partecipato a un incontro pubblico a Pescara insieme alla senatrice del gruppo misto Paola Nugnes. Ecco cosa si legge in una nota:
“Ancora una volta la Costituzione è sotto attacco. Già nel referendum del 2006 con il governo Berlusconi e nel dicembre 2016 con il Governo Renzi un’ampia maggioranza di cittadini impedì, tra le altre cose, la riduzione dei parlamentari e la liquidazione del Senato. Il prossimo 20 e 21 settembre siamo nuovamente chiamati per bloccare il taglio del Parlamento che per l’Abruzzo significa passare da 7 a 4 Senatori, da 14 a 9 Deputati. Siamo tra le regioni più penalizzate insieme ad Umbria e Basilicata”.
Colletti è per il no al taglio del parlamento
Diminuendo il numero dei parlamentari, continua la nota, “cresce la distanza di questi dai cittadini e dal territorio”:
“Se vincessero i Sì l’Italia scenderebbe all’ultimo posto dei 27 Stati membri dell’Unione europea nel rapporto fra deputati e abitanti. Sulla democrazia non si può risparmiare. Sono forse migliorati i servizi ai cittadini con il taglio del numero dei consiglieri regionali e comunali? Con i consiglieri provinciali non più eletti dai cittadini? Assolutamente no. È ridicolo tagliare la democrazia per un risparmio dello 0,007% del bilancio statale ovvero 1,35 euro per cittadino: poco più un caffè all’anno”.
Il comunicato del fronte per il No si conclude, infine, con queste parole:
“La democrazia è un bene supremo. La cattiva politica ha altre cause. A causa di leggi elettorali incostituzionali, viziate dalla logica maggioritaria che mortifica la rappresentanza della effettiva volontà politica popolare, i parlamentari da tempo sono nominati e non più scelti dai cittadini: questo è il problema non il numero. Il No è un primo passo per evitare che il Parlamento sia ridotto da cardine della democrazia a strumento in mano ai potentati che fanno e disfano i governi, cioè ai maestri della cattiva politica”.