bambina con Covid

Come curare il Covid nei bambini

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All’inizio della pandemia sembrava che i bambini e gli adolescenti non fossero a rischio per la Sars-CoV-2. In caso di positività, erano spesso asintomatici oppure avevano sintomi lievi. In seguito le varianti Delta e Omicron hanno fatto capire che non è così. Anche i più piccoli possono ammalarsi e presentare malesseri importanti, come febbre e problemi respiratori. In alcuni casi possono incorrere nella Sindrome infiammatoria multi-sistemica, che coinvolge diversi organi. Gli esperti della Società Italiana di Pediatria hanno messo a punto un decalogo, nel quale spiegano come curare il Covid nei bambini.

 

Ecco come curare il Covid nei bambini

I medici della SIP hanno deciso di spiegare in un decalogo come curare il Covid nei bambini e negli adolescenti, a seguito delle migliaia di casi che hanno coinvolto i più giovani nelle ultime settimane. Il decalogo illustra le corrette modalità di gestione di un bimbo o di un ragazzino positivo a casa, aiutando i genitori a tenere a bada l’ansia e ad evitare i rischi del “fai da te”, come la somministrazione impropria di antibiotici e antinfiammatori. Nello spiegare come curare il Covid nei bambini, gli esperti raccomandano di fare sempre riferimento al proprio pediatra di fiducia.

 

1. Nei casi asintomatici di infezione da Sars-CoV-2 non è indicato alcun trattamento. Nella maggioranza dei casi in età pediatrica e adolescenziale è raccomandata la sola terapia sintomatica con paracetamolo. Se il bambino non è disidratato, gli si può anche somministrare ibuprofene.

 

2. Se il bambino manifesta sintomi respiratori che richiedono terapia inalatoria con broncodilatatori e cortisonici, è meglio utilizzare il distanziatore piuttosto che l’apparecchio per aerosolterapia. Questo infatti può contribuire alla diffusione di particelle virali nell’ambiente.

 

3. A volte possono comparire diarrea e vomito. In questo caso i genitori devono assicurare un corretto apporto di liquidi con soluzioni reidratanti orali, che possono essere suggeriti dal pediatra oppure dal farmacista. Non è dimostrata l’utilità della somministrazione di specifici preparati vitaminici.

Niente antibiotici

4. Il bambino non deve assumere antibiotici a meno che non ci si trovi in presenza di una verosimile complicanza batterica. È il pediatra a fare la diagnosi. In particolare, non occorre assumere azitromicina a scopo terapeutico.

 

5. Evitare di portare in Pronto Soccorso pazienti pediatrici con sintomi lievi suggestivi di Covid o senza sintomi per il solo fatto di aver avuto contatti con positivi. Invece, in presenza di difficoltà respiratoria, dolore toracico persistente, cianosi, alterazione dello stato di coscienza e oliguria (diminuzione dell’escrezione di urina) è meglio non ritardare l’accesso al Pronto Soccorso.

 

6. Nei più giovani, il ricovero occorre in caso di malattia da moderata a grave, nel lattante con febbre di età inferiore ai 3 mesi e nel caso la famiglia non sappia come gestire un bambino con il Covid.

 

7. Gli esami radiologici come radiografia, ecografia o TC non sono sempre necessari. I medici possono decidere di effettuarli va considerata solo nei bambini e negli adolescenti con sintomi moderati-gravi.

Le terapie giuste

8. L’aggiunta alla terapia di supporto di una terapia immunomodulante (con corticosteroidi e immunoglobuline), farmaci biologici e di una profilassi antitrombotica con eparina non è sempre necessaria. I medici possono decidere di somministrarla solo nei bambini ricoverati con condizioni cliniche moderate-gravi, con polmonite e progressione nel deterioramento della funzionalità respiratoria. Inoltre può essere utile in caso di sindrome da distress respiratorio acuto o in condizioni cliniche che rientrano nella diagnosi della sindrome infiammatoria multisistemica.

 

9. Quarantena e tracciamento dei contatti stretti con la loro sorveglianza sono fondamentali per interrompere la catena di trasmissione del virus.

 

10. Gli esperti raccomandano la vaccinazione contro il Covid in tutti i bambini e gli adolescenti a partire dai 5 anni di età. Negli adolescenti dai 12 anni di età, oltre al ciclo vaccinale primario con due dosi, è raccomandata una dose di richiamo a distanza di 4 mesi dalla 2° dose.

 

 

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Autore dell'articolo: Roberta Raviolo