Di Maio alla Conferenza di Berlino sulla Libia

Di Maio alla Conferenza di Berlino sulla Libia

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BERLINO – Luigi Di Maio è oggi alla Conferenza di Berlino sulla Libia. Queste le parole del ministro degli affari esteri:

“Il blocco delle esportazioni di petrolio indebolisce la Libia e il popolo libico, una delle poche entrate che ha la Libia per sostenere i suoi cittadini”.

Di Maio alla Conferenza di Berlino sulla Libia

Il ministro Luigi Di Maio, dicendosi convinto che “la conferenza avrà un esito positivo”, ha poi aggiunto:

“Siamo pronti come Italia a ospitare la prossima riunione per implementare il processo politico”.

Per il presidente turco Erdogan, l’incontro odierno in Germania rappresenta un importante passaggio per cementare la tregua. Ricordiamo che Di Maio nei giorni scorsi aveva detto di volere un trilaterale Italia-Russia-Turchia per discutere della crisi in Libia.

Intanto, proprio in occasione della Conferenza di Berlino, Save the Children ha invitato tutte le parti in campo a impegnarsi nella difesa dei minori coinvolti ingiustamente in un conflitto che ne mette a repentaglio la vita. Ecco cosa ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale dell’Organizzazione:

“Il conflitto libico richiede una risposta unificata da parte degli attori internazionali, che vada oltre gli interessi di breve periodo dei singoli e che sappia sviluppare un piano complessivo di promozione di pace e stabilità nell’area”.

E ancora:

“La Libia non ha mai implementato il Meccanismo di Monitoraggio e Reporting sulle gravi violazioni contro i minori nei conflitti armati, elemento che pone grande allarme. Le parti coinvolte dovrebbero trovare urgentemente soluzioni per le persone a rischio intrappolate nei territori di guerra, inclusi i migranti nei centri di detenzione”.

Secondo quanto si legge in una nota di Save the Children, a settembre 2019 erano “almeno 250.000 i bambini con necessità di assistenza umanitaria in Libia. I minori, come sempre accade durante i conflitti, continuano a pagare un prezzo altissimo. Molti di loro hanno dovuto abbandonare le loro case. Spesso rimanendo in prossimità di zone di guerra. Lì l’approvvigionamento di cibo, medicine e carburante è difficile e i servizi pubblici, come quelli per la salute e l’educazione, sono severamente colpiti. Rimangono inoltre numerosi migranti, compresi minori, intrappolati nei centri di detenzione”.

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24