La dieta mediterranea contro la demenza è utile

Dieta mediterranea contro la demenza, funziona?

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È molto efficace nella prevenzione di diverse malattie, ma la dieta mediterranea contro la demenza non sembra avere particolare efficacia. Lo sostiene un gruppo di studiosi della Lund University, in Svezia, che ha monitorato le condizioni di salute anche mentale di 28mila persone, per 20 anni. Sarebbe emerso che le qualità protettive della dieta mediterranea contro la demenza sono inferiori a quello che ritenevano studi precedenti.

 

Serve la dieta mediterranea contro la demenza?

Lo studio, uscito sulla rivista scientifica Neurology, ha arruolato persone di età media di 58 anni, residenti in Svezia e senza problemi di demenza o di decadimento cognitivo. Per valutare gli effetti della dieta mediterranea contro la demenza, l’equipe scientifica ha chiesto ai partecipanti di compilare un diario sullo stile alimentare di sette giorni e sottoporsi a un’intervista. Sono stati inclusi parametri come sesso, età e livello di istruzione. Alla fine dello studio, dopo appunto 20 anni, 1.943 persone, pari al 6,9%, hanno ricevuto diagnosi di decadimento cognitivo, malattia di Alzheimer e demenza correlata a problemi vascolari. I ricercatori svedesi non hanno individuato un legame tra problemi neurodegenerativi e stile alimentare, né per le persone che seguivano un regime alimentare tipico della Svezia, né per chi sceglieva cibi della dieta mediterranea.

 

Alimenti che difendono il benessere mentale

In realtà, studi precedenti sostengono esattamente il contrario: un regime nutrizionale che comprenda gli alimenti caratteristici della dieta mediterranea è efficace nel preservare la funzionalità cognitiva più a lungo. Per esempio, uno studio coordinato dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche, pubblicato sul Journal of American Medical Association, sostiene che seguire la dieta mediterranea svolge un effetto protettivo sulle funzioni cognitive, portando una minor incidenza di demenza. L’indagine, basata sulla revisione sistematica di 45 ricerche, ritiene efficace l’adottare uno stile di vita mediterraneo a lungo termine. Questo porterebbe a una migliore percezione soggettiva delle proprie capacità, un dato che gli esperti associano a un minore rischio di sviluppare calo cognitivo.

 

Perché la dieta mediterranea fa bene

Anche il Predimed, un importante trial clinico multicentrico svolto in Spagna ha mostrato gli effetti protettivi della dieta mediterranea. In modo particolare, ne beneficerebbero le persone a rischio di eventi cardiovascolari acuti, che seguono una nutrizione di tipo mediterraneo arricchita con olio extra-vergine di oliva. In questi casi compariva una minore incidenza di disturbo cognitivo lieve rispetto al gruppo di riferimento. Inoltre, gli esperti hanno registrato anche un effetto dose-risposta: la riduzione del rischio era superiore in chi seguiva in modo più fedele questo stile alimentare.

Secondo gli studiosi, gli effetti benefici della dieta mediterranea è legata a vari meccanismi di azione:

  • miglioramento della circolazione sanguigna a livello del sistema nervoso
  • riduzione del rischio cardiovascolare
  • diminuzione di neuroinfiammazione e neurodegenerazione
  • controllo del microbiota intestinale, associato alla funzionalità cognitiva

 

Dieta mediterranea, uno stile di vita

La dieta mediterranea non è semplicemente un modo di nutrirsi, ma una vera filosofia di vita. Oltre allo stile alimentare, comprende anche tanta attività fisica. Il dottor Ancel Keys, che studiò lo stile di vita delle popolazioni affacciate sul Mediterraneo, si rese conto del ruolo essenziale del movimento quotidiano. I nostri avi non avevano auto o altri mezzi a motore. Ogni giorno percorrevano diversi chilometri al giorno a piedi o in bicicletta, in un’attività aerobica che teneva sotto controllo l’eccesso di grassi e di zuccheri. Questo aiuta nel controllo del diabete, delle malattie cardiovascolari e dei tumori.

La dieta mediterranea è, ovviamente, anche cibo: comprende olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure e legumi. Latticini, pesce e carne sono presenti ma in quantità moderate, proprio come succedeva nei tempi passati quando le proteine animali si consumavano soprattutto nei giorni di festa. Oggi avviene purtroppo il contrario. Si consumano troppi grassi e proteine animali fin dall’infanzia, i legumi sono quasi inesistenti in tavola, frutta  verdura sono relegati a un ruolo marginale. Sarebbe invece importante che, fin dall’epoca dello svezzamento, i bambini imparassero ad apprezzare gli alimenti che fanno parte di una tradizione alimentare più sana. In questo modo potranno conservare anche in età adulta la salute.

 

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Autore dell'articolo: Roberta Raviolo