Il 2020 di sport, guardando avanti. E’ stata un’annata strana e particolare che ha portato scompiglio e preoccupazione nel mondo
Dodici mesi non si pensava certo che il 2020 di sport fosse stato così frastagliato; nessuno in realtà pensava mai a un anno trascorso con una pandemia.
L’emergenza sanitaria mondiale ha infatti sospeso, bloccato, annullato tante cose della nostra quotidianità sotto tutti i punti di vista.
Si passa dunque dalle tante attività professionali chiuse durante il lockdown di primavera, allo sport sospeso e posticipato.
Infatti le Olimpiadi di Tokyo e gli Europei nell’edizione itinerante, sono stati rimandati all’anno che verrà (2021) fino alla chiusura anticipata dei campionati di calcio.
Una situazione quindi paradossale e incredibile che ha fatto ricominciare, ad esempio, in campionato italiano di calcio ad agosto insieme alla finale di Champions League.
L’anno che se ne va, è stato purtroppo anche l’anno in cui abbiamo dato l’addio a grandi fenomeni del mondo sportivo
In primo è stato Kobe Bryant, morto con la figlia dopo l’incidente in elicottero; a fine anno e a distanza ravvicinata, è toccato a due calciatori che hanno fatto la storia.
Il mondo intero infatti ha dovuto dire addio a Diego Armando Maradona e Paolo Rossi; senza dimenticare altri personaggi come Gigi Proietti, Gianni Mura, Sean Connery.
A proposito di Pablito, mercoledì 30 alle 16 si terrà la commemorazione in Cattedrale a Prato.
Non proprio un anno da ricordare ecco, ma è nei momenti bui che possono arrivare lampi di speranza. E anche nel calcio qualcosa di importante è accaduto.
A ciò si aggiunge anche la decisione della Fifa delle ultime ore: posticipati i mondiali Under 20 e Under 17, previsti per il 2021 rispettivamente in Thailandia e Peru. La nuova data è fissata per il 2023.
Sara Gama eletta vice presidente dell’Associazione italiana calciatori e Stéphanie Frappart, primo arbitro donna in Champions League.
Non solo calcio però: l’Italia del tennis celebra Jannik Sinner vincitore a Sofia del primo torneo Atp in carriera
Il campione altoatesino in un’intervista a Sky Sport pensa al futuro:
Spero che il 2021 una stagione normale. Considerando le percentuali nel tennis la testa vale anche per il 70%, conta più di tutto il resto. Poi per il 20% c’è il fisico, i colpi invece per il 10%.