Repentino dietro front del M5S che dice addio a impeachment per tornare ad una via più moderata e cercare un accordo con Mattarella.
Il M5S cambia strategia per non restare isolato
Negli ultimi due giorni, all’indomani del fallimento del governo Conte, il M5S aveva imboccato con decisione la via della strategia dura e intransigente.
Ma spread e mercati impazziti, lo spettro del default, il disorientamento, la prospettiva del voto a luglio hanno messo a tappeto il M5S e la sua linea d’attacco durata non più di 72 ore.
A far fare retromarcia c’è soprattutto la paura di dover correre nuovamente da soli alle prossime elezioni, senza l’alleanza della Lega che potrebbe scegliere il caro vecchio alleato storico: FI.
I risultati delle elezioni del 4 Marzo, infatti, sono stati solo apparentemente positivi. In quel 32% di consensi incassato dal M5S, secondo le rilevazioni dell’Istituto Ixè dopo il voto, soltanto il 57% era formato da vecchi elettori pentastellati. Il restante 43% era composto da elettori delusi di altri partiti che, tuttavia, potrebbero non riconfermare il loro appoggio ai Cinque Stelle a causa dell’accordo con la Lega, non gradito a molti.
In particolare gli ex elettori del PD e di SEL, in completa antitesi alla politica leghista, potrebbero scegliere di destinare altrove il loro consenso. Ci sono poi gli ex votanti di Scelta Civica ( 12%), non esattamente estremisti. Un altro 4% risultava in fuga da Silvio Berlusconi. La fetta più grossa (13%) era rappresentata da quelli che alla precedente tornata si erano astenuti.
Crollo dei consensi e cambio rotta repentino
Le preoccupazioni del M5S vengono ampiamente confermate dai sondaggi di questi giorni che danno il Movimento in calo intorno al 29% come già emerso alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia (dove il M5S è passato dal 24% al 7%) e in Val D’Aosta (dove dal 24% delle Politiche è crollato al 10,44%).
Non stupisce che ieri in serata, sul blog delle Stelle, sia arrivata una decisa correzione di rotta verso una via più moderata e conciliante.
A conferma di questa nuova direzione il 2 giugno il presidente della Camera Roberto Fico parteciperà alla tradizionale parata delle Forze armate per rivendicare l’unità del Paese e la determinazione a superare ogni ostilità.
Questa rapidissima giravolta è stata suggellata dalle parole di Luigi Di Maio che non solo ha dichiarato di aver messo una pietra tombale sull’ipotesi di impeachment ma ha anche negato che ci sia mai stata la volontà di uscire dall’euro.
Il leader del M5S ha asserito di voler collaborare con il Presidente della Repubblica per uscire dall’attuale crisi rivelando, così, indirettamente che la trattativa tra i partiti per un governo politico si è riaperta.