Tracce indiane, americane… italiane ovviamente. Anzi toscane visto che orma possiamo dire che Krishna Biswas è a tutti gli effetti un toscano di Firenze come si deve. Chitarrista, compositore, pellegrino di quelle 6 corde con le quali disegna un racconto di immagini, di sensazioni, di personaggi e, inaspettatamente, di cibi. Esce “Panir” per la RadiciMusic Records, musiche di sola chitarra acustica fingerstyle, in cui troviamo 3 suite di 4 brani ciascuno e poi altri 5 brani esterni alle suite. E sono suite appunto che affrontano i temi che dicevamo e cercano di tradurre il tutto nella scrittura di una musica molto poco aderente a forme – come dire – popolari. Una composizione chitarristica che ha un suo sviluppo lungo tutto il brano, che si amplifica e si assottiglia, che ha dinamica e che raramente si fa ricorsiva. Dunque un disco molto difficile ma decisamente stimolante, un lavoro che apre le frontiere dell’ascolto e le amplifica certamente. In rete il video ufficiale con la collaborazione dell’artista visivo Fresnopesciacalli. Anche questa è la musica italiana.
Krishna Biswas. Eppure fiorentino. Ma comunque la tua musica proviene dal mondo intero. Come si governa un mosaico simile?
Salve; la musica che propongo è figlia di incontri con molteplici culture. In questo contatto risiede la sua forza e la sua difficile collocazione in schemi usuali è una conseguenza.
Alla fine esiste una risultante? Ovverosia: la tua musica, che sapore e che nome ha? E soprattutto: da quale parte del mondo arriva?
Difficile collocare il suono che propongo in un territorio con confini definiti in modo chiaro; un tempo sulla piattaforma Myspace c’era tra le opzioni di scelta del proprio stile musicale la dicitura acustico. Mi piace pensare di essere accolto in questo vasto concetto.
Veniamo al disco: cosa significa “Panir”?
Panìr è il nome di un formaggio indiano che amo molto mangiare; ho usato questo nome per evocare il numero di brani musicali, ben diciassette nel disco, che richiamano la moltitudine di bocconcini con cui è cucinato in diverse ricette.
In rete il video del singolo che hai scelto come lancio mediatico: “Respira”. Perché questa voglia di accostare un pittore alla chitarra acustica?
Le immagini sono un elemento decisivo per l’innesco del mio movente compositivo; ho avuto la bella occassione di lavorare per e con frenopersciacalli. Da lì è nata una collaborazione con un artista che sento affine per diversi elementi e che stimo molto. Mi auguro di continuare in questa direzione.
Infine: penserai un giorno a delle voci?
Al momento mi sto dedicando ad affinare la scelta tracciata con Panìr ed i lavori precedenti; sto ultimando un nuovo disco che spero di iniziare a registrare questa estate.