Tre intraprendenti liceali hanno inventato una cannuccia molto speciale: a contatto con la “droga dello stupro” cambia colore e diventa blu/azzurra. Le sostanze anestetizzanti e sedative, che i malintenzionati versano nei cocktail delle ignare vittime, sono insapori e inodori: una volta stordite, si può tranquillamente approfittare delle ragazze cadute nel tranello. Sostanze che si possono ordinare su internet, e arrivano via aerea da paesi come la Polonia e l’Olanda, in pochissimi giorni.
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Un’arma di difesa contro la violenza sulle donne
L’idea è già stata battezzata “smart straw” (tradotto in italiano, “cannuccia intelligente”). Un’arma di difesa infallibile che, nel momento in cui viene infilata nel bicchiere, se rileva sostanze sospette assume una tonalità azzurrina. Le tre giovani – Victoria Roca, Carolina Baigorri e Susana Cappello – hanno seguito di recente un corso di impresa e, in pochissimo tempo, hanno scelto di mettere in pratica le loro nuove conoscenze in questo modo. Una volta depositato il brevetto negli States – secondo quanto riporta il sito konbini Us – le ragazze ricorreranno a un crowdfunding: in pratica si tratta di una raccolta di fondi, spesso via internet, attraverso piccoli contributi da parte di numerosi gruppi di persone che condividono un interesse comune, oppure vogliono sostenere un’idea particolarmente utile, finanziando la produzione dell’oggetto.
La cannuccia riconosce tutte le droghe usate dagli stupratori
“Siamo consapevoli che questa cannuccia non sarà sufficiente a fermare gli stupri – spiega Carolina Baigorri, una delle tre liceali – ma certamente riusciremo a ridurre il numero delle situazioni pericolose in cui una donna, purtroppo, può finire a causa di queste sostanze”. Una cannuccia simile fu messa a punto da due giovani ricercatori israeliani, già nel nel 2013: diventava di colore rosso, ma solo se entrava in contatto con due droghe, Ketamine e Ghb. L’invenzione delle tre ragazze, invece, “riconosce” senza mai fallire tutte quelle che vengono usate comunemente dagli stupratori.