I parlamentari del M5s hanno mostrato oggi i punti generali della loro politica estera, che sono stati votati dai 23.000 iscritti al blog di Beppe Grillo, tramite l’ormai tradizionale voto online. Seppur ancora piuttosto generici ed aperti a modifiche, gettano la base su quale sarà la direzione che adotterà il partito nel caso riuscissero ad ottenere la maggioranza prima alle urne e poi in Parlamento, andando quindi a Palazzo Chigi.
Dopo il voto online, Alessandro Di Battista, Manlio Di Stefano, Maria Edera Spadoni e Stefano Lucidi hanno esposto oggi le priorità, durante una conferenze stampa organizzata a Montecitorio.
Punti nuovi nel programma ma ancora troppo generici
I punti del programma non coincidono proprio con la linea adottata dal Movimento Cinque Stelle degli ultimi anni. In primis, l’uscita dall’euro che non viene nemmeno menzionata. A rassicurare però ci pensa Di Stefano, che afferma «il voto riguarda alcune priorità del programma che, a distanza di così tanto tempo dal voto, non può che essere fluido».
Di Battista invece cerca di far capire che fanno sul serio, informando i presenti che «Ambasciatori e ministri degli Esteri ci stanno prendendo sul serio: da loro stanno arrivando decine di richieste di incontri». Cerca infine di convincere che il programma «non è utopia, come ad alcuni sembra, solo perché si parla di pace e di dialogo».
La politica estera del M5s
Il punto importante è il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan, una guerra inutile che va avanti da troppi anni, come dice Di Battista. Propone poi l’abolizione del veto dei 5 Paesi nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, oltre al ritiro delle navi russe dai mari di competenza italiana. Infine, il programma si conclude con la fine della troika e l’eliminazione degli arsenali in Italia.
Riguardo a Trump e Putin, ribadiscono che non cercheranno di appoggiare nessuno dei due, ma è doveroso pianificare un’agenda diplomatica con entrambi, per mantenere buoni rapporti sia con la Russia che con gli Stati Uniti.
Riguardo le sanzioni a Russia e Siria, i grillini punterebbero all’abolizione, perché non danneggiano Putin e Assad, ma l’economia italiana. Inoltre, si punta a sanzionare e criticare solamente alcuni Paesi, come la Cecenia, senza dire una parola «dell’Arabia Saudita, che da anni bombarda lo Yemen», afferma Di Stefano.
Sui migranti, invece, propongono un sistema (ancora da formulare) per aiutare gli immigrati “a casa loro”, ma evitare che anche un solo migrante muoia durante la traversata. Di Battista spiega che l’immigrazione, che va affrontata con una certa urgenza, non deve essere più un business come è adesso, soprattutto per certi partiti politici.
Immagine presa da Corriere della Sera.