I pensionati sperano sempre in un cedolino più ricco, ma finora si sono dovuti accontentare del bonus 200 euro e della quattordicesima, oltre al rimborso del 730 che arriverà tra agosto e settembre. Da tempo si parla anche di possibili aumenti delle pensioni, che dovrebbero però essere previsti nel 2023.
Ora però l’instabile situazione politica sta destando non poche preoccupazioni, temendo che la caduta del Governo possa influire su questa previsione, facendo sfumare i decantati incrementi. Ma sarà davvero così? Gli aumenti potrebbero subire una battuta d’arresto?
Cerchiamo di capire come stanno le cose.
Da cosa dipendono i citati aumenti della pensione
A prevedere gli aumenti della pensione non è stata alcuna riforma. In realtà si tratta dell’adeguamento degli importi dovuto alla rivalutazione in base alla prevista impennata del tasso d’inflazione. Si tratta di quella che viene chiamata ‘perequazione automatica’, ed è indipendente dalla tenuta o dalla caduta del Governo.
Gli incrementi sono quindi confermati e sicuri, ma saranno previsti a partire da gennaio 2023, e probabilmente saranno corrisposti in maniera graduale anzichè in un’unica soluzione. Questo per mitigare l’impatto che una tale spesa potrebbe avere sulle casse dello Stato.
Il meccanismo che si sta studiando sarebbe anche volto a ridurre l’aumento per chi percepisce pensioni al di sopra dei 2.500 euro mensili, sempre nell’ottica di una minore batosta a carico delle finanze statali.
Pensioni news, a quanto ammonteranno gli incrementi?
Le cifre non sono ancora state azzardate, e non è quindi possibile stabilire di quanto si arricchiranno le tasche dei pensionati. Quel che è certo è che si profileranno forti aumenti, che andranno ad incidere pesantemente sulla spesa statale.
Ciò che temono però i sindacati è che non ci siano soldi per tutti, chiedendo che la rivalutazione sia rivolta ai redditi più bassi e fissata ad un importo oltre al quale l’incremento non debba essere previsto.