“Tavola tavola, chiodo chiodo” con Lino Musella al teatro Vascello

 

ROMA – Dal 21 al 26 febbraio il Teatro Vascello di Roma ospita “Tavola tavola, chiodo chiodo” con Lino Musella, tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo. Uno spettacolo di e con Lino Musella, musiche dal vivo Marco Vidino, scene Paola Castrignanò, disegno luci Pietro Sperduti, suono Marco D’Ambrosio, ricerca storica Maria Procino, collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo, assistente alla regia Melissa Di Genova, costumi Sara Marino, fotografie Mario Spada.

A dare il là a questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano, sono state le tante riflessioni emerse, durante la pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti. “In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e mano mano ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”.

“Tavola tavola, chiodo chiodo” con Lino Musella al teatro Vascello

Tommaso De Filippo, impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia, ha appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena. L’attore dà dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, al discorso al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando; ad affiancarlo in scena è il maestro Marco Vidino, che esegue dal vivo musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.

“Tavola tavola, chiodo chiodo – continua Musella – sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43. Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole incise nel Teatro di Eduardo che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua. Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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