Gli scienziati pensano di aver trovato il punto debole del COVID-19. Dunque, come successo in passato, con altre epidemie e pandemie, questo punto debole potrebbe essere sfruttato per trovare una cura contro il nuovo coronavirus.
Trovato il punto debole del COVID-19: le parole degli esperti
Secondo una ricerca pubblicata la scorsa settimana sulla rivista ACS Nano, tutto è da ricondurre ad una piccola regione proprio accanto alle proteine spike del virus, che si attaccano a nuove cellule ospiti. Dunque, secondo quanto affermato dagli scienziati della Northwestern University, potrebbe essere molto utile prendere di mira questo punto debole per rendere inerte il COVID-19.
Secondo la scienza, le interazioni microscopiche tra molecole, proteine e cellule che interagiscono in realtà si riducono all’elettrostatica. Le cariche opposte si attraggono e cariche simili si respingono. Dunque, proprio come succede con un magnete. Ebbene, questa minuscola regione del coronavirus, situata a soli 10 nanometri dalla parte della proteina spike che si deposita sulle cellule di una vittima, ha una carica positiva.
Essendo che i recettori sulle nostre cellule che il virus prende di mira hanno una carica negativa, i due vengono uniti da questa forza elettrostatica. Così facendo si crea uno stretto legame che alla fine consente al virus di infettare la cellula. Nonostante 10 nanometri possono sembrare incredibilmente piccoli per gli esseri umani, si tratta di una radura abbastanza grande quando si tratta di interazioni elettrostatiche. Quindi altri ricercatori potrebbero aver supposto che fosse troppo lontano dalla materia.
Gli scienziati dietro la scoperta hanno testato il loro lavoro bloccando la regione con una molecola caricata negativamente, che quindi impedisce al coronavirus di essere in grado di colpire una cellula ospite. Ma sfortunatamente, trasformare quella molecola in un vero trattamento richiederà molto tempo e sarà un lavoro complicato.
Fonte foto: pixabay
Leggi anche Isolati super anticorpi per curare il COVID-19