Il 2 aprile scorso si è celebrata la “giornata internazionale contro le bufale online”, (International Fact-Checking Day) La data non è stata scelta a caso, visto che il pesce d’aprile – con tutti i titoli fasulli che girano su Internet – è praticamente ogni giorno dell’anno. Diffondere notizie false ormai è una tendenza pericolosa, oltre che triste; ed è ancor più triste il fatto che si diffonde sempre di più. Come possiamo, dunque, difenderci dalle bufale online? Ecco alcune regole da imparare e tenere bene in mente.
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Come riconoscere le bufale online
- 1) Gli articoli vanno letti fino alla fine. Mai condividerli sui social basandosi solo sul titolo, di norma incuriosente e fuorviante: in gran parte dei casi, solo leggendoli per intero ci accorgiamo che la notizia non corrisponde al titolo, di norma incompleto ed esagerato nell’intento di far leva sulla naturale curiosità dei lettori. Inoltre basta fare una ricerca su internet, per rendersi conto che sulla stampa nazionale non ce n’è traccia: se fosse così importante, la trovereste ovunque.
- 3) Controllare sempre la fonte che diffonde la notizia. Alcuni siti, a una lettura superficiale e veloce, si presentano con nomi simili a quelli di autorevoli testate e possono trarre in inganno. Porsi alcune domande aiuta parecchio: ho letto questa notizia altrove? L’ho sentita nominare altre volte quella testata? Questa notizia ha link correlati che riportano alle fonti? All’interno, se si tratta di notizie mediche o scientifiche, sono citati dati di studi attendibili e conosciuti? E così via…
- 4) Un sito web che diffonde bufale lancia dei campanelli d’allarme, dunque non è difficile riconoscerlo al primo sguardo: troppi annunci, banner invasivi, loghi troppo sgranati e grafica di pessima qualità sono alcuni di questi. Inoltre, il fatto che non si tratti di testaste attendibili è dimostrato dall’uso invadente del maiuscolo.
- 5) Usare i siti di fact checking e debunking sono un valido aiuto. La fabbrica della disinformazione però aumenta giorno dopo giorno, nuove notizie false vengono immesse in rete per darle in pasto agli ingenui, con l’esclusivo intento di guadagnare il più possibile grazie alla pubblicità. Quindi verifichiamolo sempre: esistono studi a sostegno di quella tesi? La notizia è comparsa altrove? Un aiuto in tal senso arriva da Google, dove si trovano numerosi siti specializzati nel riconoscere le bufale: Butac (Bufale un tanto al chilo), Bufale.net, Emergent. info, Snopes.com, PolitiFact, Factchecking.it e altri.
Evitiamo di condividere bufale sui social network
- 6) Se comunque i dubbi sull’attendibilità della notizia permangono, evitiamo di condividerla sui social network. A parte il solito motivo, cioè il guadagno, le notizie false spesso vengono divulgate e condivise per boicottare associazioni, aziende o screditare un avversario politico. E, visto che in rete ne circola in abbondanza, noi non vogliamo diffondere ulteriore odio: vero? Molte invece sono accompagnate da frasi come “condividi se sei indignato, condividi se hai un cuore”, un sistema infallibile che coinvolge molto le persone più sensibili, facendo leva su rabbia ed emozioni collettive, in modo da avere più possibilità di essere diffuse viralmente.
- 7) Tieni a mente alcuni siti inseriti nella “lista nera” delle bufale. Basta farsi un giretto su internet per rendersene conto: alcuni diffondono notizie false, con ragioni ben precise, attraverso nomi molto simili a quelli reali.
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