Il conduttore della sesta edizione del Gf Vip Alfonso Signorini, dopo sei mesi di programma e quasi una cinquantina di puntate Live, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Corriere della Sera”, dove ha parlato a ruota libera e senza freni su quanto successo nel reality.
Tanti gli argomenti toccati dal giornalista milanese, di seguito ecco le sue dichiarazioni.
Alfonso Signorini, le sue parole sul Gf Vip 6
BATTUTE RAZZISTE: La stupidità è una cosa, il preconcetto è un’altra. A un certo punto la situazione era sfuggita di mano e mi sono sentito in dovere di parlare a tutti e dargli un consiglio: uscite piuttosto che dare il peggio di voi come state facendo, vi fate del male da soli”. Quest’anno alcune espressioni sono state decisamente fuori luogo e le abbiamo condannate sempre con fermezza, ma sappiamo distinguere cosa è veramente ingiurioso da quanto invece è provocatorio, frutto di un’esasperazione o stupidità. Poi i social trasformano tutto in un caso nazionale, ma se ragionassimo solo con il politicamente corretto non dovremmo nemmeno andare in onda 24 ore su 24″.
KATIA RICCIARELLI: “Dimostra che l’archetipo della nonnina di Cappuccetto Rosso non esiste: si associa l’idea della persona più che matura alla quintessenza della bontà e dell’accoglienza, ma lei è tutto fuorché buona e accogliente. Mi piace portare in scena queste contraddizioni“.
PROVVEDIMENTI: “Nelle edizioni precedenti eravamo più rigorosi e inflessibili, e ci sono stati attriti e contrasti nel gruppo di lavoro. A me ad esempio la squalifica di Fausto Leali per la N-word era sembrata esagerata e fuori luogo. Fin dall’inizio ho messo sul tavolo che volevo un’edizione che fosse più spregiudicata come è nella natura del programma“.
BATTUTA SULL’ABORTO: “Stavo parlando della cagna di Giucas Casella all’interno del GF – ha ricordato -. Una battuta è stata estrapolata ed è diventata un caso. Anche il contesto deve essere valutato. Il noi è stato un errore se io avessi voluto coinvolgere Endemol o Mediaset, ma parlavo per me, non mi permetterei mai di esprimere opinioni a nome loro. Uso spesso il plurale maiestatis, non posso? Ammetto che sarebbe stato un errore se fosse stato un discorso serio in un contesto serio”.
CONCORRENTI: “Chi accetta di partecipare a questo tipo di programmi è accomunato da un ricorrente sentire: si prendono tutti tremendamente sul serio, non hanno il minimo senso dell’autoironia e dell’autocritica, ogni discorso gronda di retorica. Io invece penso che la leggerezza sia il segreto della vita”.
ADRIANA-SONIA: “Continueranno a non amarsi, è chiaro che a me faceva gioco ed era quello che speravo ardentemente accadesse”.