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Un’analisi dei dati della Banca d’Italia rivela la situazione dei prestiti, dei tassi di interesse e della raccolta da clientela nel sistema bancario italiano.
Prestiti a Imprese e Famiglie: Stabilità nel Mese di Aprile
Ad aprile 2023, i prestiti a imprese e famiglie in Italia sono rimasti invariati rispetto all’anno precedente. Questo dato segue l’incremento dello 0,4% registrato a marzo, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti dell’1,0% e quelli alle famiglie erano cresciuti dell’1,9%. Le stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia offrono un quadro della situazione dei finanziamenti a imprese e famiglie nel paese.
Tassi di Interesse sui Prestiti Bancari: Le Dinamiche dopo i Rialzi dei Tassi BCE
A seguito dei rialzi dei tassi d’interesse decisi dalla Banca Centrale Europea (BCE), ad aprile 2023 si sono osservate le seguenti dinamiche dei tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento:
- Il tasso medio complessivo dei prestiti è stato del 3,99%, in aumento rispetto al mese precedente (3,80%) ma ancora al di sotto del livello pre-crisi del 2007 (6,18%).
- Il tasso medio dei nuovi prestiti alle imprese è stato del 4,43%, in leggero aumento rispetto al mese precedente (4,30%), ma inferiore al livello del 2007 (5,48%).
- Il tasso medio dei nuovi prestiti per l’acquisto di abitazioni è stato del 4,03%, in lieve aumento rispetto al mese precedente (4,00%), ma notevolmente inferiore al livello pre-crisi (5,72%).
Qualità del Credito: Le Sofferenze Nette e il Rapporto su Impieghi Totali
Le sofferenze nette, ossia al netto di svalutazioni e accantonamenti, hanno registrato un aumento di circa 1 miliardo di euro a marzo 2023 rispetto a dicembre 2022. Tuttavia, sono diminuite leggermente rispetto a febbraio 2023. Rispetto al picco delle sofferenze nette nel novembre 2015 (88,8 miliardi di euro), il calo è stato significativo, pari a 73,6 miliardi di euro.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è stato dello 0,88% a marzo 2023, in aumento rispetto a dicembre 2022 (0,81%), ma inferiore al dato di marzo 2022 (1,02%) e al picco della crisi finanziaria del 2007 (4,89%).
Dinamica della Raccolta da Clientela: Depositi e Obbligazioni
In Italia, ad aprile 2023, si è registrata una diminuzione del 2,3% nella raccolta diretta complessiva, che include depositi da clientela residente e obbligazioni. In particolare, i soli depositi, in tutte le loro
forme, sono diminuiti del 3,7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni è aumentata del 10,1% rispetto all’anno precedente.
La raccolta indiretta, rappresentata dagli investimenti in titoli custoditi presso le banche, ha evidenziato un incremento di quasi 188 miliardi di euro tra marzo 2022 e marzo 2023, con la maggior parte attribuibile alle famiglie.
Tassi di Interesse sulla Raccolta: Variazioni e Rendimento
Ad aprile 2023, il tasso di interesse medio sulla raccolta bancaria da clientela è aumentato allo 0,82%, rispetto allo 0,79% del mese precedente. Questo aumento è influenzato da diversi fattori, come il tasso praticato sui depositi (0,64%) e il rendimento delle obbligazioni in essere (2,38%). Inoltre, i nuovi depositi a durata prestabilita, come i certificati di deposito e i depositi vincolati, hanno registrato un tasso di interesse in aumento (2,65%), mentre il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è aumentato (4,56%).
Margine tra Tasso sui Prestiti e Tasso sulla Raccolta
Il margine, o spread bancario, tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta da famiglie e società non finanziarie è stato di 317 punti base ad aprile 2023, in leggero aumento rispetto al mese precedente (301 punti base), ma inferiore al livello pre-crisi finanziaria del 2007 (335 punti base).
Il Codacons lancia l’allarme sui tassi dei mutui in seguito alla decisione della BCE, mentre Bankitalia registra un aumento dei tassi a marzo.
Mutui, Aumento dei Tassi di Interesse
Secondo i dati pubblicati da Bankitalia, a marzo i tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di abitazioni erogati alle famiglie hanno raggiunto il 4,36%. Tuttavia, il peggio sembra ancora in arrivo. Bankitalia non ha ancora registrato gli effetti della decisione della BCE dello scorso 4 maggio, che ha determinato un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 25 punti base. Il Codacons, associazione dei consumatori, lancia un allarme riguardo agli effetti di questa decisione sulle rate dei mutui delle famiglie italiane.
Effetti sull’Importo delle Rate dei Mutui
Considerando una fascia media di mutuo a tasso variabile per un importo compreso tra 125.000 e 150.000 euro, con una durata di 25 anni (l’importo più richiesto per l’acquisto di una casa in Italia), la rata mensile è destinata a salire di circa 15-25 euro a causa della recente decisione della BCE, secondo l’analisi del Codacons. Tuttavia, se si considerano tutti gli incrementi dei tassi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile aumenterà complessivamente di circa 225-295 euro rispetto a quanto pagato nel 2021. Ciò avrà ripercussioni sul bilancio familiare, con un impatto annuale tra 2.700 e 3.540 euro. Non è sorprendente che nell’ultimo anno ben 2,4 milioni di famiglie con un mutuo a tasso variabile abbiano dichiarato difficoltà nel pagamento delle rate, conclude l’associazione.