Calcio femminile italiano 2018/19 con una grande novità: Serie A, Serie B, di Coppa Italia, Campionato Primavera e Supercoppa salutano la Lega Dilettanti ed entrano nella competenza della Figc tramite la Divisione Calcio Femminile.
Un passaggio importante dopo la riforma che prevede l’obbligo per le squadre maschili di avere un team femminile al loro interno; un passaggio importante visti i numeri dell’attività calcistica femminile in Italia: al 30 giugno 2017 sono 23.665 le calciatrici tesserate per la Federcalcio (12.747 le Under 18).
Certo, molto c’è da fare specie se ci confrontiamo con l’Europa che ha cifre nettamente superiore a quelle italiane. La relazione sul calcio femminile nelle federazioni per il 2016/17 infatti parla di:
- Calciatrici tesserate: oltre 1,27 milioni, con un aumento del 6% dal 2015/16
- Calciatrici professioniste e semi-professioniste: aumento del 119% dal 2012/13 al 2016/17, per un totale di oltre 2850 calciatrici
- Nazioni con oltre 100mila calciatrici: Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Svezia
Qual è il problema più grande in Italia? La professionalizzazione. Nel nostro paese essere calciatrice significa essere dilettante e non si parla solo di soldi ma anche di attrezzature, abbigliamento, impianti etc…
Un paio di anni fa ho intervistato Raffaella Manieri, difensore dalla Nazionale italiana con esperienza in terra tedesca al Bayern Monaco e ora al Milan A. C. femminile, che mi disse: “In terra tedesca si respira aria di professionismo. Eurosport ha i diritti di eurovisione di tutta la Bundesliga e siamo circondati da sponsor e media esattamente come il maschile […] In Italia siamo ancora dilettanti, ma da quest’anno abbiamo iniziato ad investire, credendo in questo sport e nelle bimbe, ragazze e donne che lo praticano. La Fiorentina è stato il primo club ad acquisire anche la squadra femminile all’interno del club”.
Un’altra grande protagonista del calcio femminile italiano Katia Serra mi confessò che: “sin dai miei tempi la Spagna era superiore sotto ogni punto di vista: qualitativo, tecnico e di accettazione delle calciatrici. Il nostro paese è tradizionalmente conservatore e impiega molto tempo per metabolizzare le novità. Eppure il movimento calcio femminile italiano ha potenzialità enormi da sviluppare ma si fatica a crescere”.
Tanto è cambiato rispetto a quelle dichiarazioni a partire dalle squadre di Serie A quali la Fiorentina e la Juventus (per fare due esempi) che hanno dato parecchio filo da torcere alle più blasonate Brescia e Verona.
Un campionato (che attende l’inizio 2018/19) più emozionante che ha visto crescere il numero di spettatori sugli spalti e in tv. Anche questo è un dettaglio da non trascurare: la copertura televisiva di alcune partite di campionato e della Nazionale, hanno allargato l’attenzione degli addetti ai lavori (e non solo) verso il movimento.
A proposito di maglia Azzurra non dimentichiamo che, nell’anno dei Mondiali senza Italia a Russia 2018, sono state le ragazze guidate di mister Bertolini a regalarci una gioia: dopo 20 anni infatti la Nazionale Italiana di Calcio Femminile giocherà i Mondiali 2019 che si terranno in Francia dal 7 giugno al 7 luglio del prossimo anno.
Una bella notizia per notizia e un premio per queste atlete le cui parole d’ordine sono: passione e sacrificio. Parole che ho spesso sentito nelle interviste e che sono state fonte di ispirazione per una poesia da me scritta e che riporto a conclusione di questo articolo:
La Calciatrice
Seduta su un pallone
nel cerchio di centrocampo.
Davanti a me due pali,
una traversa,
una rete
e un unico desiderio: gonfiarla.
Fare goal contro gli stereotipi,
fare goal contro i “come fai a giocare calcio?”
fare goal contro i pregiudizi,
fare goal contro chi non ci vede,
fare goal per me, per urlare a squarciagola, per piangere,
per abbracciare le mie compagne.
Sono una calciatrice,
amo il calcio
e me ne vanto.