Calenda si chiama fuori: “Azione non vuole entrare in cartelli elettorali che vanno dall’estrema sinistra a Di Maio”

Calenda si accorda con il Partito Repubblicano

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ROMA – Calenda si accorda con il Partito Repubblicano. E’ infatti iniziato un percorso politico comune tra Azione e Pri. La ragione?

“Per contrastare una coalizione di governo pesantemente condizionata dal populismo e un’opposizione a trazione sovranista, che imprigionano la politica in un costante scontro ideologico che ignora i reali problemi del Paese”.

Lo scrivono, nel documento politico congiunto pubblicato su La Voce Repubblicana, i leader delle due forze politiche Carlo Calenda (foto), a capo di Azione, e Corrado de Rinaldis Saponaro, segretario nazionale del Pri.

“In questo difficile momento, Azione e il PRI condividono la necessità di superare i concetti di destra e sinistra del XIX secolo ed esprimono la volontà – recita il documento – di avviare un percorso che metta al centro del quadro politico una forza che riunisca tutti coloro, liberali, popolari, riformatori, che si riconoscono nei valori della Costituzione repubblicana”.

Calenda si accorda con il Partito Repubblicano

Calenda e Saponaro hanno più volte separatamente evidenziato una convergenza concettuale. Un modello in cui il ruolo dello Stato deve essere quello di assicurare a tutti cure sanitarie, sicurezza e giustizia in tempi certi, istruzione e ricerca e di proteggere e garantire chi è più debole, soprattutto in un momento di transizione come quello che stiamo vivendo, ma senza mai sostituirsi alla libertà personale ed economica. E ora la convergenza diventa possibile anche sui temi parlamentari. La recente unione dei parlamentari di Azione e +Europa fornisce uno sbocco istituzionale alla voce dei liberal-democratici.

Per il Direttore de La Voce Repubblicana Bepi Pezzulli:

“L’area liberal-democratica è un totale maggiore della somma delle parti. Ma va superata la stagione dei partitini personali per federare la casa comune dei LibDem; il PRI ha saputo far convivere Spadolini, La Malfa, Maccanico, Cuccia, Biasini, Reale e Visentini. I leader moderati possono convivere in un quadro di regole condivise”.

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24