«Non era nostro desiderio ma nessun governo può accettare che la legge venga violata». Con queste parole, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha impugnato l’articolo 155 e davanti ai ministri del suo governo ha ufficialmente avviato il procedimento per il controllo della Catalogna. Secondo Rajoy, la decisione di indire un referendum per la secessione della regione autonoma dalla Spagna è un fatto che non poteva passare senza conseguenze. E gli scontri che si sono verificati erano inevitabili.
Ora, il premier dovrà sottoporre la sua proposta al Senato, che darà l’autorizzazione a Rajoy di impugnare l’articolo 155 della Costituzione spagnola. I punti all’ordine del giorno sono quelli di «tornare alla legalità, recuperare la normalità e la convivenza, continuare con la ripresa economica e andare a nuove elezioni in Catalogna».
Nuove elezioni in Catalogna entro sei mesi
Rajoy intende avere dei nuovi vertici in Catalogna nel breve periodo. In questo modo potrà avviare un dialogo sereno per trovare una soluzione al problema. Ma archiviando definitivamente la secessione, approvata dal 91% dei votanti. Secondo l’articolo 155, il governo intende rimuovere dal proprio incarico il presidente catalano, i suoi consiglieri e il capo della Generalitat, il sistema amministrativo-istituzionale presente. Nessuna conseguenza invece per i membri del Parlamento, che però non potranno presentare candidati per ricoprire il ruolo di quest’ultima.
Il premier spagnolo ha voluto sottolineare che «con queste iniziative non si sospende l’autonomia né l’autogoverno della Catalogna ma si sospendono le persone che hanno messo la Catalogna fuori dalla legge». Con queste parole, si è riferito volutamente ai promotori del referendum illegale e in particolare al presidente della Generalitat, Carles Puigdemont.
Entro fine ottobre Puigdemont verrà destituito
Quello che accadrà ora avrà dei tempi molto ristretti. Dopo che Rajoy avrà esposto il suo programma al Senato, una commissione designata si occuperà di leggere attentamente il testo e programmarne la discussione. L’aula dovrà approvarlo a maggioranza assoluta, indicativamente per il 27 ottobre. Già il giorno dopo, Puigdemont e i membri del governo verranno destituiti. Il presidente catalano potrà entro il 26 ottobre presentarsi a Madrid per esporre la sua versione.
Dopo la destituzione, verranno indette nuove elezioni e per garantire un’informazione veritiera e una sicurezza affidabile, sempre Madrid prenderà il controllo sui Mossos d’Esquadra e verranno nominati nuovi vertici per TV3 e Catalunya Radio, ma in accordo con l’esecutivo catalano.
Fonte: repubblica.it