Le nuove misurazioni rivelano una concentrazione di microplastica da due a tre volte maggiore rispetto ai livelli precedenti. Ciò che preoccupa gli scienziati riguarda le conseguenze legate al riscaldamento globale: lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe portare infatti la plastica negli oceani.
Microplastica più sottile di un capello
I diciassette tipi diversi di microplastica trovati nell’Artico condividono una caratteristica particolare. Afferma Gunnar Gerdts, dell’Alfred Wegener Institute, “Abbiamo scoperto che le particelle di plastica avevano un diametro di circa 11 micrometri” . Spiega poi il ricercatore che questa lunghezza corrisponde a circa un sesto del diametro di un capello umano.
Una buona parte della microplastica viene rilasciata in mare dalla graduale decomposizione di oggetti di plastica; tuttavia posso arrivare negli oceani anche attraverso i cosmetici o dall’abrasione degli pneumatici. Stimano dunque gli scienziati che ogni anno circa otto milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare dalla terra ferma e alcune di queste stanno raggiungendo regioni remote, come il circolo polare o i fondali marini. Ad oggi la concentrazione nell’Artico è di circa 12000 particelle per litro.