Cosa vuol dire essere uno sprinter: alimentazione, tecnica sportiva e stile di vita

 

Tokyo 2020, un’Olimpiade che gli italiani difficilmente riusciranno a dimenticare. Gli atleti hanno scritto pagine di storia completamente nuove. Mai, infatti, avremmo pensato di vedere un uomo italiano vincere i 100m piani: Marcel Jacobs ci è riuscito. Lo sprinter più veloce al mondo è tricolore. Ma chi sono gli sprinter? In gergo sportivo sono corridori specializzati in gare che vengono svolte su pista o su percorsi piuttosto brevi. Jacobs ne è un esempio, alla pari di Usain Bolt. Per diventare sprinter, però, la preparazione è tutt’altro che banale, bensì intensa, affiancata da una alimentazione specifica e ad una tecnica sportiva e di allenamento su misura. Oggi vedremo, dunque, come si potrebbe diventare uno sprinter di successo.

 

La dura vita dello sprinter: sacrifici, alimentazione e allenamenti

Per essere degli sprinter vincenti, infatti, non basta essere fisicamente pronti e scattanti, ma si deve partire dall’allenamento della propria testa e del proprio stile di vita, fatto di enormi sacrifici. Bisogna cercare di lavorare sulla pressione che ogni atleta ha sulle proprie spalle e che ha spesso messo in crisi anche campioni affermati di altre discipline. Basti vedere  quanto accaduto all’immensa Simon Bales proprio negli ultimi anni; bisogna allenarsi duramente tutti i giorni, lavorando sul fisico e sulla tecnica. Ma, cosa più importante, i maggiori sacrifici vanno fatti sull’alimentazione, che fa tutta la differenza del mondo. 

 

Ovviamente, soprattutto in questi casi, risulta necessario affidarsi ad uno specialista, che sarà in grado di personalizzare la propria alimentazione in base alle diverse fasi di allenamento e finalizzata al mantenimento della massa muscolare e delle energie, senza le quali è impossibile essere uno sprinter di livello. Ad esempio i carboidrati saranno utili prima di attività brevi ma assolutamente intense, come le gare, mentre qualche grasso sarà necessario prima di sforzi molto più lunghi. Alla fine degli allenamenti, invece, sarà necessario assumere proteine. L’alimentazione, quindi, viene studiata nei minimi dettagli in base al livello di competizione intrapreso e serve ad ottimizzare il lavoro, mantenere e aumentare la massa muscolare, tenere alta la concentrazione durante la prestazione e ad un recupero post allenamento molto veloce. 

 

I velocisti fanno molta attenzione alle calorie, molte delle quali vengono bruciate in maniera repentina durante le gare sprint, in cui il flusso sanguigno aumenta notevolmente. La massa muscolare, in questo senso, gioca un ruolo fondamentale, mentre il livello di grassi nel corpo deve essere quasi azzerato. I macronutrienti necessari per poter correre velocemente, infatti, sono le proteine, specie quelle magre (legumi, pollo, pesce), i carboidrati, specie quelli derivanti da cereali, frutta e verdura scura (broccoli, cavoli, spinaci), oltre che dalla pasta, e i grassi derivati da vegetali (mandorle, anacardi e noci) o da avocado e pesce grasso. Meglio evitare quelli della carne, specie se rossa. Il ricorso a tutti i nutrienti necessari per il corpo può influire notevolmente sul benessere dell’atleta. Qualora, però, per particolari motivi non si riuscisse a consumare quanto programmato, vi sono alcuni supermercati che offrono valide soluzioni. Per esempio si potrebbe ricorrere all’acquisto di alcuni pasti sostitutivi per la dieta sportiva su Bennet o altri negozi specializzati. L’importante è continuare a perseverare e non mollare mai la presa se si vuole arrivare al successo.

 

Sprinter: tecnica, allenamenti ed errori da non commettere

 

La tecnica è la parte più importante nella scalata verso il successo per uno sprinter. Se non si corre nella maniera corretta, non si potrà mai ambire a vincere gare. Per farlo, quindi, bisogna iniziare a prendere velocità durante i primi metri piegando il busto in avanti e facendo passi corti. La falcata dovrà aumentare sia di intensità che di lunghezza del passo, con il contatto piede-suolo sempre più breve. Le braccia non devono rimanere ferme, bensì muoversi in un tutt’uno con il resto del corpo. Dopo l’accelerazione, il busto si innalza e la velocità diventa ciò su cui concentrarsi, rimanendo concentrati sul modo in cui si sta correndo. Proprio per migliorare la velocità esistono alcuni accorgimenti che si possono seguire durante l’allenamento: per esempio, si possono portare avanti alcune prove ripetute a media intensità, durante le quali si lavora sulla sequenza di corsa grazie a consigli e feedback precisi. Anche le andature sono un esercizio da mettere in pratica per lavorare su alcuni aspetti della propria tecnica di corsa. L’importante è concentrarsi su cosa non va per poterlo correggere velocemente. 

 

In tutti i casi, meglio lavorare su uno schema specifico alla volta, con cadenze lunghe, anche di alcune settimane, per poter aumentare la propria performance muscolare, l’equilibrio, la concentrazione e la qualità del proprio schema motorio. Attenzione, poi, a non trascurare gli allenamenti dei muscoli delle anche, fondamentali per avere una corsa fluida ed efficace. Infine, nell’allenarsi vi sono degli errori banali da non commettere, come il concentrarsi sul concetto di spinta sul terreno. Non è questa che fa la differenza, se non nelle fasi iniziali dello scatto. 

 

Infine, la forza andrà allenata con carichi diversi, progressivamente sempre maggiori, cosa che consente di prevenire gli infortuni e adattare strutturalmente e fisiologicamente il nostro corpo a gare sempre più faticose e difficili.

Foto di Pexels da Pixabay

 

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Autore dell'articolo: Cesare Di Simone

Passione sfrenata per tutto ciò che è tecnologico utente di lungo corso Android e sostenitore di tutto ciò che è open-source e collateralmente amante del mondo Linux. Amante della formula uno e appassionato dell'occulto. Sono appassionato di oroscopo mi piace andare a vedere cosa dicono le stelle quotidianamente.

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