Scandalo rimborsi nel M5s: uno dei principali cavalli di battaglia del partito, rischia di tramutarsi in un boomerang. A dare una picconata alla credibilità del Movimento, è stato un servizio de “Le Iene” che ha scoperto come, in alcuni casi, quelle restituzioni non siano avvenute. Il tutto, grazie ad uno stratagemma che ha permesso di incassare lauti guadagni.
Falsi rimborsi M5S: il servizio che svela tutto
A dare il via al servizio e “Le Iene” è stata una denuncia di un esponente del M5S che ha preferito l’anonimato. Come avviene questo “imbroglio”? Il meccanismo è semplice. I parlamentari del M5S, ogni mese sono tenuti a restituire metà di quanto percepito, tramite un bonifico destinato a un fondo per il microcredito (per sostenere le piccole e medie imprese). Sul sito www.tirendiconto.it ogni deputato pubblica il suo rendiconto personale, con tanto di copia dei bonifici con le cifre restituite. Peccato che, alcuno di questi parlamentari, dopo aver dato disposizione per effettuare il bonifico e pubblicato il rendiconto, entro 24 ore, annullino l’operazione. Il bonifico non viene effettuato e i soldi finiscono in tasca ai “furbetti”. Il trucco è stato scoperto perchè, come spiega la fonte, sul fondo per il microcredito vi sono molti meno soldi di quanto preventivato.
Chi sono i furbetti
La “talpa” delle “Iene” fa anche alcuni nomi della lista dei “furbetti”. Si tratta di Andrea Cecconi, capogruppo alla Camera e capolista nelle Marche, che nel suo collegio deve sfidare l’ex Ministro dell’Interno Minniti. Stando a quanto verificato, Cecconi avrebbe dovuto fare bonifici per un totale superiore a 21mila euro. Di quei soldi, però, non c’è traccia. Lui, però, intervistato a riguardo, ha negato tutto.
L’altro nome è quello di Carlo Martelli, capolista in Piemonte: in questo caso i bonifici sarebbero venti per un importo di 76mila euro. Anche lui si difende, si dice pronto a contattare la trasmissione per dimostrare la sua onestà. Ma poi, spiegano «Le Iene», alle parole non sono seguiti i fatti.