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Il diabete di tipo 2, da cui sono affette più di mezzo miliardo di persone in tutto il mondo, insorge quando le beta cellule pancreatiche non riescono a produrre abbastanza insulina per mantenere normali i livelli di glucosio nel sangue.
Uno studio nato dalla collaborazione tra i gruppi coordinati dal prof. Piero Marchetti – Università di Pisa e Aou pisana – dal prof. Michele Solimena – Technische Universität di Dresda – dalla dott.ssa Anke M. Schulte – di Sanofi, Francoforte – e dal dott. Mark Ibberson – Swiss Institute of Bioinformatics, Losanna – ha identificato un nuovo gruppo di geni malfunzionanti all’interno delle isole pancreatiche di pazienti affetti da diabete di tipo 2.
L’obiettivo del gruppo, di cui hanno fatto parte 14 istituzioni accademiche europee, aziende farmaceutiche e imprese biotecnologiche, era quello di trovare nuove strategie per la rigenerazione, la conservazione e la protezione delle beta cellule pancreatiche, che producono insulina, per poter sviluppare strategie sempre più efficaci per la prevenzione e la cura del diabete.
In partnership con altri Enti di ricerca, identificate nuove alterazioni molecolari delle isole pancreatiche nel diabete di tipo 2
Uno dei compiti principali del consorzio era capire quali geni vengono espressi in modo anomalo nelle beta cellule delle isole di soggetti diabetici, rispetto alle beta cellule di soggetti non diabetici. Proprio l’espressione alterata di uno o più geni, infatti, potrebbe contribuire allo sviluppo del diabete di tipo 2.
I ricercatori hanno condotto il loro studio comparativo basandosi non solo sulle isole ottenute da soggetti donatori di organo, ma anche su quelle provenienti da pazienti sottoposti a chirurgia pancreatica. Grazie a questo approccio, è stato possibile raccogliere cellule da molti soggetti diabetici e non diabetici (la casistica più ampia disponibile a livello internazionale) e anche studiare isole di soggetti prediabetici.
Gli studiosi hanno così identificato 19 geni la cui espressione era alterata nelle cellule provenienti da soggetti con diabete di tipo 2, in comune nei donatori d’organo e nei pazienti sottoposti a resezione pancreatica. In particolare, 9 dei geni identificati erano precedentemente sconosciuti da questo punto di vista.