Il ricordo di Aldo Biscardi il mattatore del Lunedì che ci ha lasciati un anno fa †
Il ricordo di Aldo Biscardi, considerato il mattatore del lunedì, che ci lascia esattamente un anno fa.
Muore a Roma presso il policlinico Gemelli all’età di 86 anni. Assistito dai figli, Maurizio e Antonella si spegne la mattina di Domenica dell’8 ottobre 2017. I funerali, il giorno seguente si tengono nella Chiesa di San Pio X. La figlia ricorda, il giorno del funerale, che il padre li ha lasciati di Lunedì, come segno di un giorno significativo per lo stesso.
Viene sepolto a Larino, (Campobasso) dov’era nato il 26 novembre 1930.
Il ricordo di Aldo Biscardi e del suo Processo del Lunedì: coordinatore appassionato e irremovibile
Aldo Biscardi, considerato grande accentratore del processo del Lunedì, per trent’anni accompagna il popolo dei tifosi nel mondo dello sport. Appassionato di calcio, principalmente serie A, trasforma una trasmissione dal titolo improbabile, in un autentico successo che durerà quasi tutta la sua carriera.
Già nel 2013, entra nel Guinness dei primati con ben 33 edizioni consecutive.
Il suo programma, ha origine da una battuta di Gianni Rodari che divertito, afferma come il giornalista parla di calcio come fosse un processo. Aldo Biscardi adotta questa formula, così il processo del Lunedì diventa celebre. La notorietà gli permette di entrare nel cuore degli appassionati di calcio.
La sua passione per lo sport deve diventare un qualcosa di unico e concreto. Nella trasmissione mette tutto se stesso.
Il ricordo di Aldo Biscardi: la gavetta
Dopo la Laurea in giurisprudenza conseguita all’università Federico II di Napoli, tanto desiderata dalla famiglia, Biscardi è seriamente intenzionato a dedicarsi al calcio.
Bussa a tutte le porte finché non arriva alla redazione de IL Mattino (1952), quotidiano Napoletano dove muove i primi passi. Già nel 1956, il suo lavoro continua con il romano “Paese Sera”, dove succede ad Antonio Ghirelli. Diventa caporedattore e dirige le pagine sportive.
Si trasferisce a Roma con la piena consapevolezza di aver raggiunto una meta importante. Viaggia in tutto il mondo, segue i mondiali dal 1958 e soprattutto come inviato speciale, tiene conto di tutti gli avvenimenti sportivi internazionali.
Il ricordo di Aldo Biscardi caporedattore Rai
Il vero colpo di fortuna arriva nel 1979 quando entra come caporedattore in Rai.
Nel 1983 diventa vicedirettore del Tg3. La sua capacità organizzativa e il suo dinamismo gli offrono grandi possibilità.
Nel 1980 su Rai tre va in onda Il processo del Lunedì.
La trasmissione a carattere sportivo, s’interessa principalmente di calcio e serie A.
Le prime conduzioni (1980/81 e 1981/82) da parte di Enrico Ameri, ideatore del programma, fecero spazio poi a Biscardi che ne cura la realizzazione.
La conduzione del programma dall’83 passa nelle sue mani e, Aldo Biscardi la rende la trasmissione più quotata sui dibattiti del calcio.
Il ricordo di Aldo Biscardi e l’addio alla Rai.
Nel 1993 arriva una piccola battuta d’arresto che lo vede discutere con Silvio Berlusconi in diretta.
Nella telefonata Berlusconi accusa Aldo Biscardi di non riferire correttamente delle notizie che lo riguardano.
Biscardi lascia la Rai e passa a Tele+, primo canale sportivo a pagamento e vi resta sino al 1996.
Direttore responsabile della testata giornalistica, si muove sulla stessa falsa riga che lo ha reso celebre. Dato che il processo del lunedì è proprietà della Rai chiama la sua trasmissione Il processo di Biscardi.
Dal ’96 passa a TMC (Telemontecarlo) diventata in seguito, nel 2001, LA7.
In concomitanza al Processo di Biscardi affianca il “derby del martedì” (fine anni 90 primi 2000) sulla rete genovese Tele Nord.
LA7 nel 2005 passa al digitale terreste. Aldo Biscardi è nuovamente direttore della testata giornalistica sportiva. Affianca per un breve periodo anche il canale La7 sport chiuso il primo aprile 2007.
Aldo Biscardi e le conseguenze di “calciopoli”
Nel 2006 scoppia lo scandalo “calciopoli”. La vicenda lo vede coinvolto con Luciano Moggi (principale inquisito ed ex direttore Generale Juventus).
Secondo un’intercettazione telefonica, che non ha avuto conseguenze su Biscardi, Moggi consiglia al giornalista le cose da “dire e non dire” nella trasmissione. Ad aggravare tutto, considerazioni su come compromettere la moviola. Fatto tra l’altro totalmente incontrovertibile.
Nonostante questa vicenda non ha avuto riscontri giudiziari, Aldo Biscardi è sospeso dall’ordine dei giornalisti per ben 6 mesi. Con lui Anche Lamberto Sposini. Biscardi per protesta decide di non riconfermare più l’iscrizione.
Striscia la notizia, la nota trasmissione dei tapiri d’oro, invia Valerio Staffelli per consegnare il “premio” a Biscardi.
Questo perchè, in un’altra intercettazione Moggi accusa il mattatore di aver ricevuto un orologio del valore di 40 milioni di lire (20.000 €). Prontamente il giornalista dice a Staffelli che si tratta di un orologio che celebra il centenario della fondazione della Juventus. Fatto che non ha nulla a che vedere col rimbrottare di Moggi.
Nel 2007, Biscardi lascia LA7 andando in onda dapprima su 7Gold e poi su T9 e varie reti locali. Partecipa come inviato anche alla trasmissione “Quelli che … il calcio” tra il 2008/09.
Approda nel 2015 su SPORT 1.
Nello stesso anno Aldo Biscardi lascia ai figli Maurizio e Antonella il marchio
Il ricordo di Aldo Biscardi lo scrittore
Nonostante molti di noi lo ricordano per le sue frasi spesso da gag, alle quali lui stesso fa il verso, Aldo Biscardi ha doti da scrittore.
Appassionato di cultura e spettacolo scrive romanzi, libri; intervista diversi personaggi politici e vince dei premi.
Nel 1979, Per Rizzoli, Milano scrive Il Papa dal volto umano, a cura di Luca Liguori, dedicato a Papa Giovanni Paolo II.
Due anni prima, nel 1977 scrive un romanzo Il gioco delle ombre. (Torino, SEI).
L’ultima intervista di Aldo Biscardi risale a tre giorni prima della sua scomparsa. In essa leggiamo la vivacità che da sempre contraddistingue il nostro giornalista sportivo e il ricordo indelebile che lascia di se.
Biscardi in questa sua ultima dichiarazione si vede entusiasta della VAR (video assistant referee) una delle sue più grandi conquiste per la quale si è battuto molto.
La sua idea di cambiare le regole d’oro del calcio, lo rende il giornalista sportivo che ha segnato un’epoca.
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