Secondo cervello e diabete

Il secondo cervello e diabete, nuovi ed interessanti studi

Condividi su:

 

Il diabete è una delle patologie più diffuse e problematiche al mondo. Questa patologia indica uno scorretto assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino e ciò provoca un eccesso di glicemia nel sangue. La glicemia indica esattamente la quantità degli zuccheri nel sangue. Di norma la glicemia viene tenuta sotto controllo dall’insulina, un ormone che regola gli zuccheri nel corpo. In caso di diabete, invece, l’insulina è assente o limitata e ciò causa un aumento anomalo degli zuccheri nel sangue e di conseguenza causare vari problemi di salute (soprattutto ai reni, agli occhi, al cuore, al sistema cardiocircolatorio, agli arti e al cervello). Di recente alcuni studi hanno evidenziato un collegamento tra secondo cervello e diabete, trovando una possibile cura definitiva a questa patologia debilitante.

Cos’è il secondo cervello per capire il diabete

Incredibile a dirsi, ma il secondo cervello è l’intestino, chi lo avrebbe mai detto? Ma perché viene definito secondo cervello? La risposta è semplice. L’intestino è, dopo il cervello, la parte del corpo umano con più neuroni (si calcola la presenza di almeno 100 milioni di neuroni); infatti viene chiamato anche sistema nervoso enterico.

Il sistema nervoso enterico è continuamente in contatto col cervello tramite il nervo vago. L’intestino, infatti, oltre a comunicare al cervello i vari stadi della digestione e gli stimoli esterni si occupa anche di regolare le funzioni ormonali, metaboliche, immunitarie, digestive ed anche comportamentali. In poche parole il cervello è la base centrale mentre l’intestino è una validissima succursale del cervello. L’intestino non si occupa soltanto della digestione degli alimenti e della produzione delle feci, ma è a tutti gli effetti una ramificazione del cervello. Ma cosa c’entra col diabete? Scopriamolo.

L’interazione del secondo cervello, l’intestino, con il diabete

L’intestino è il nostro secondo cervello, è un dato di fatto. Partendo da questo presupposto l’intestino è essenziale per capire e curare alcune patologie neurologiche (come il morbo di Parkinson) e disturbi alimentari.

Per quanto riguarda il diabete, recenti studi di alcuni ricercatori dell’Istituto Nazionale della Salute Digestiva (IRSD) di Tolosa (Francia) hanno trovato una possibile cura definitiva al diabete agendo sull’intestino. Perché? Il motivo è semplice, molti studi hanno evidenziato che è un’eccessiva contrazione dell’intestino a provocare il diabete.

Questi spasmi intestinali sono utilizzati per la digestione dei cibi e il successivo assorbimento, da parte del sistema circolatorio, dei nutrienti (da utilizzare per nutrire le cellule, per essere immagazzinati o per altre funzioni) e il rilascio tramite le feci dei “materiali di scarto”.

In soggetti diabetici è l’eccessiva contrazione dell’intestino a provocare una sorta di “corto circuito” delle cellule intestinali che non comunicano correttamente al cervello la presenza degli zuccheri. Successivamente il cervello, ignaro della presenza degli zuccheri non invia gli stimoli giusti in grado di regolare la glicemia e far agire l’insulina. Si ha letteralmente, in quel frangente, un blackout confusionario tra intestino e cervello che provoca un eccesso di zuccheri. Si è dimostrato in passato che è anche l’asse intestino-cervello (ovvero il collegamento tra intestino e cervello) a svolgere un ruolo importantissimo nella regolazione glicemica.

A sua volta la non funzionalità delle cellule intestinali è dovuta dall’assenza del lipide bioattivo chiamato acido 12-idrossieicosatetraenoico, in grado di ripristinare queste cellule. Questo lipide è prodotto da alcuni microrganismi che fanno parte del microbioma umano (o microbiota). Tale microbioma è un insieme di microrganismi utili al corpo umano e sono situati maggiormente nell’intestino. Il microbioma può essere la chiave di volta per risolvere il problema del diabete.

La soluzione al problema

Il recente studio francese dimostra come curare il diabete andando ad alimentare il microbioma intestinale. In poche parole per far riattivare la produzione del lipide bioattivo citato prima e in seguito ripristinare la funzione delle cellule intestinali bisogna invogliare i microrganismi intestinali a produrre tale lipide. Ciò è possibile assumendo dei prebiotici. I prebiotici sono letteralmente il nutrimento del microbioma umano e sono sostanze che si trovano maggiormente nelle banane, nel miele, nella frutta secca, nell’aglio, nei legumi, negli asparagi, nelle cicorie, nei carciofi, nelle cipolle e nel frumento. Sostanze che non vengono digerite dell’intestino, ma assorbite dal microbioma.

I prebiotici non vanno confusi coi probiotici. I probiotici sono infatti dei microrganismi utili al nostro corpo, possono essere assunti tramite alimenti fermentati (tipo yogurt) o si trovano già di per sé nel corpo umano. In poche parole i probiotici sono i microrganismi buoni e i prebiotici sono il loro nutrimento.

La forza della natura

I prebiotici più utili ai microrganismi che rilasciano il lipide che ripristina le cellule intestinali si chiamano frutto-oligo-saccaridi. Le evidenze scientifiche mostrano che questi prebiotici innanzitutto fanno produrre il lipide bioattivo che riesce poi a ripristinare le cellule intestinali ed in seguito non solo le contrazioni intestinali si normalizzano, ma i collegamenti dell’asse intestino-cervello migliorano. Dal miglioramento di questi collegamenti si può letteralmente curare il diabete e regolare la glicemia. Non è fantascienza, ma facendo assumere a livello alimentare i prebiotici e facendo assumere anche medicine ed integratori (a base naturale) formate da prebiotici e/o lipidi bioattivi si riesce a sconfiggere il diabete.

Il microbioma umano, infatti, non solo è utile per le funzioni digestive (come la regolazione della glicemia), ma anche per le funzioni metaboliche e fondamentale per il sistema immunitario. Studiare e rafforzare al massimo il microbioma umano può essere utilissimo per tantissime cose (dalle infezioni ai problemi di assorbimento nutrizionale). Si possono anche sostituire medicine, vaccini, prevenzioni, cure ed operazioni che spesso e volentieri non sono del tutto sicuri e molte volte molto invasivi (tipo iniezioni di insulina sulla pancia e medicinali antidiabetici). Gli studi a riguardo comunque devono andare avanti. È vero che la ricerca è solo agli albori e sarà molto difficile e causa di affari immorali. Ma si può curare definitivamente il diabete, e tanto altro. Del resto la natura ci ha donato moltissime soluzioni estremamente utili per la nostra salute.

 

Fonte immagine: Pixabay

Ti potrebbe interessare leggere questo nostro articolo:

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere informato iscriviti al nostro Canale Telegram o
seguici su Google News
.
Inoltre per supportarci puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, se vuoi
segnalare un refuso Contattaci qui .


Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24