Covid-19 impatto sulla mortalità totale della popolazione nel 2020

Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente

 

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Covid-19 impatto sulla mortalità totale della popolazione nel 2020. Il quinto rapporto, prodotto congiuntamente dall’ISTAT con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità fornisce un quadro complessivo sulla mortalità generale paragonato al sottoinsieme di positivi al Covid 19 che sono deceduti.

L’Istituto rappresenta un punto di riferimento per chi voglia comprendere i dati di un certo fenomeno. Tra i lavori svolti in passato c’è anche quello sulla nuova emergenza riguardante la violenza di genere.

È stata inoltre fatto il punto sulle differenze tra le due ondate che si sono succedute nell’anno 2020, con i loro relativi effetti sulla mortalità delle persone.

Covid-19 impatto sulla mortalità totale della popolazione nel 2020, i punti principali

Tra il mese di febbraio e quello di dicembre del 202o si sono registrati 75.891 decessi. Questo fatto ha partato il numero dei morti per l’anno in considerazione come il più alto di sempre dal dopoguerra. 746.146 decessi, con ben 100.000 morti in più rispetto alla media del quadriennio 2015-2019.

Le classi di età che più sono state vittime della pandemia riguarda dagli 80 anni in su. Essi hanno rappresentato la maggior fetta di decessi, ovvero il 76,3%.  La classe di età 65-79 anni, invece, porta ad un incremento del 20% rispetto al numero di morti tradizionali.

La zona d’Italia maggiormente colpita dalla pandemia è stato il Nord, con il 14,5%, seguita dal Centro con 6,8% e quindi il Sud con la minore percentuale, pari a 5,2%.

Differenze tra prima e seconda ondata

Tre fasi dell’ondata epidemica così suddivise. La prima, avvenuta tra febbraio e fine maggio 2020, nella quale si è avuto una rapida diffusione dei casi. Questi sono stati concentrati nella parte settentrionale del Paese.

Una fase intermedia corrispondente al periodo estivo, con un rallentamento della curva dei contagi.

La terza, avvenuta a partire da fine settembre 2020, in cui si è verifica un aumento dei casi fino alla prima metà di novembre per poi diminuire.

Tra le regioni del nord, quelle che hanno avuto un numero di decessi più contenuto sono state il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.

La mortalità è aumentata in parallelo con l’aumentare dell’età ed ha visto una differenza sensibile, in negativo, come numero di casi, per i maschi rispetto alle femmine.

Infine nell’indagine si pone l’accento sulle differenze tra i Paesi Europei quanto a numero di morti. L’Italia è posizionata meglio rispetto a Spagna, Belgio e Polonia, ma peggio rispetto a Germania, Francia, Olanda e Portogallo.

Fonte foto: Pixabay dell’autore Tho-Ge

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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